FRANCESCO
Cronaca

Le sirene e il rischio disaffezione

Il centrodestra e il centrosinistra si contendono il Comune di Capannori, con le sirene del Terzo Polo che risuonano nel fronte riformista. Le elezioni locali saranno determinate dalle risposte forti sui grandi temi aperti, come gli Assi Viari. Tutti i partiti devono impegnarsi a combattere il disaffezionamento al voto.

Meucci

Fratelli di Italia rivendica per sé il ruolo di partito più forte (lo dicono i numeri), ma il fronte dello scontro con gli alleati è sui candidati. Che, in qualche caso, potrebbero non essere adeguati alle forze politiche oggi alla guida del Paese che puntano a conquistare anche il governo a livello locale. Non essendo in ballo il Comune di Lucca, tutte le attenzioni sono puntate su Capannori, il Comune più grande di quelli al voto. Menesini è ai saluti dopo 10 anni chiusi in modo trionfale con le celebrazioni del Bicentenario, a lui spetta solo di indicare il possibile successore tra una rosa di ipotesi tutte credibili.

Il centrodestra potrebbe tentare la doppietta dopo la (ri)conquista di Lucca, ma le condizioni sono ben diverse. Così il tentativo di costruire una Grosse Koalition sulla falsariga di quella che ha portato alla vittoria di Pardini è una suggestione più sulla carta che non nella realtà. Primo perché in politica niente è replicabile, men che mai lo sono i protagonisti della vittoria nel capoluogo nel giugno 2022. Secondo perché Capannori non è Lucca e anche se è vero che sarà il voto moderato a determinare la vittoria (come un po’ dovunque in Italia, essendo in fondo solo i moderati quelli che continuano a votare...), nella Piana la gente si attende risposte forti sulle grandi questioni aperte, a partire dagli Assi Viari che – vedrete – saranno determinanti più di ogni altro tema a far eleggere il prossimo sindaco.

Tornando al centrosinistra, qui pesano molto anche le prospettive del voto regionale del 2025 o 2026 e le mire che il Terzo Polo ha sulla parte meno radicale dell’elettorato di centrosinistra. Le sirene dal fronte riformista sono forti soprattutto per chi – e sono tanti – rischiano di restare senza una poltrona. Anche qui l’errore sarebbe fermarsi alle questioni interne e non su ciò che sta a cuore alla gente. Il rischio è quello di spingere ancora di più gli elettori a disaffezionarsi al voto. Che sarebbe il male peggiore e quello che tutti i partiti si erano impegnati a combattere.