
L’accoglienza cerca gestore Slitta la scadenza del bando
C’è tempo fino al 15 di questo mese per partecipare alla manifestazione di interesse per l’affidamento dei servizi di gestione delle strutture di accoglienza, costituiti da centri collettivi con capacità ricettiva massima di 50 posti. Si tratta della riepertura, da parte della Prefettura di Lucca, del bando precedente emesso lo scorso 23 marzo con scadenza 11 aprile. L’atto evidenzia la reale difficoltà a reperire posti e strutture all’interno delle quali ospitare i migranti.
Come sappiamo, oggi l’accoglienza dei migranti è attiva attraverso lo strumento denominato S.A.I. (Servizio accoglienza e integrazione). La regione Toscana, insieme all’Emilia Romagna e alla Puglia (la Campania, secondo quanto affermato dal commissario straordinario ed ex prefetto di Firenze Valerio Valenti, ha firmato), ha deciso di non aderire al cosiddetto “decreto Cutro” sull’emergenza migranti, da pochi giorni convertito in legge, perché, secondo il centrosinistra toscano, non consentirebbe l’accoglienza dei richiedenti asilo attraverso il Sai ma solo attraverso i Cas, centri di accoglienza straordinaria.
"Da parte nostra – afferma la capo di gabinetto e viceprefetto di Lucca Stefania Trimarchi – abbiamo proceduto con la riapertura del bando la cui scadenza è stata prorogata al 15 maggio". La macchina organizzativa, che dal Ministero dell’Interno a livello decentrato fa capo alle prefetture, sta dunque attuando quanto previsto dalle direttive centrali. Sull’emergenza migranti, intanto, si parla di istituire in Toscana un “Cpr”, ovverosia un Centro di permanenza per i rimpatri, cioè "luoghi di trattenimento del cittadino straniero in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione". SI eera parlato di Pescia in quello che fu l’ex carcere mandamentale in località Veneri, al confine con il territorio di Capannori, ma l’ipotesi pare tramontata. Spostandoci invece verso un altro tipo di accoglienza, registriamo l’incessante lavoro della Caritas diocesana di Lucca. Dal punto di vista dell’emergenza migranti, la Caritas lucchese, al momento, non si sta occupando della questione.
"Per adesso – afferma il direttore don Simone Giuli – non siamo impegnati sul fronte migranti; naturalmente la questione è attentamente al vaglio, a livello nazionale, della Conferenza episcopale italiana e vedremo se, prossimamente, saranno assunte decisioni che come è naturale, a quel punto potrebbero vedere coinvolte tutte le Caritas diocesane".
Continua, invece, l’azione costante per quanto riguarda l’emergenza Ucraina. Un aspetto che, dopo l’inizio del conflitto, ha visto Lucca tra le città che hanno accolto chi era fuggito dalle zone di guerra. "La Caritas – spiega il direttore don Simone Giuli – è ancora impegnata con l’assistenza verso chi è rimasto qui; altri sono ritornati in Ucraina ma, ad oggi, stiamo seguendo circa 60 persone che si trovano in maggiore difficoltà, alcuni di questi con problemi di salute, pertanto – conclude don Simone Giuli – hanno bisogno di un’attenzione particolare perché coinvolge, appunto, l’aspetto della cura".
Maurizio Guccione