
La voragine apertasi sul viale di San Concordio, in corrispondenza con la pista ciclabile, genera qualche ragionevole timore nei cittadini (”Il Comune deve controllare tutti i fossi tombati“ ha sintetizzato ieri un allarmato lettore chiamando in redazione) e soprattutto molte reazioni del mondo politico. A intervenire con una raccomandazione urgente in consiglio comunale è stato il capogruppo di SìAmoLucca Remo Santini che sottoliena come siano tanti i fossi mai puliti e poi tombati.
"La grossa voragine che si è aperta all’improvviso su un tratto di pista ciclabile e marciapiede di viale San Concordio – spiega Santini – non può essere liquidata con una dichiarazione dell’assessore Raspini, secondo il quale non c’erano avvisaglie esterne che lasciassero prevedere quanto accaduto. Noi la pensiamo diversamente. Innanzitutto c’è da dire che la pericolosità della pista ciclabile in parte crollata, con avallamenti e situazioni di rischio, da parte degli abitanti veniva segnalata da anni".
Ma, per Santini, il problema va oltre la pista ciclabile e investe l’intera opera di manutenzione del popoloso quartiere.
"Come segnalato dai residenti, nel quartiere ci sono dei grandi fossi coperti come Formica, Benassai e Penitese, – aggiunge Santini – tutti secondo le testimonianze di chi vive nell’area, mai ripuliti e poi tombati. Secondo noi il clamoroso episodio conferma la necessità di fermarsi nel valutare nuovi progetti di cementificazione a San Concordio. Ci auguriamo anche che le verifiche sul crollo siano rapide e si faccia un monitoraggio lungo tutto il percorso della pista ciclabile, per evitare che possa ripetersi quanto accaduto ieri".
Anche Pietro Fazzi, ex sindaco di Lucca, ha commentato su facebook (rispondendo al post del’assessore Raspini) l’accaduto ricordando che il fosso era tombato da anni e ricostruendo la storia della costruzione della pista ciclabile. "L’appalto iniziale del ‘98 – spiega Fazzi – fu revocato per irregolarità gravi compresi lavoratori non assicurati e seguí una causa civile con la ditta conclusa a favore del Comune. Dopo una serie di riparazioni che non poterono arginare il montaggio difettoso, le mattonelle furono sostitute anni dopo con l’asfalto natura, anch’esso rovinato e rattoppato in più punti. L’intero intervento del ‘98 e quelli successivi hanno riguardato esclusivamente la configurazione superficiale senza interferire con la tombatura del canale sottostante. Invece di cercare inutili polemiche interverrei celermente e disporrei una verifica urgente sullo stato di salute dell’altra e ben più importante tombatura di via della Formica".
Molto preoccupati i residenti nel quartiere. Dei cui timori si fa portavoce Clara Mei, esponente del comitato del quartiere.
"Poiché – spiega – il fosso arriva fino all’Ozzeri, e in tutta la parte sanconcordiese è coperto dalla pista ciclabile, andranno messe in sicurezza diverse centinaia di metri di pista, e molti passi carrabili. Accedere ai negozi e alle banche sul lato sinistro del viale non sarà semplice. Sorpresi? No, affatto, nemmeno un anno fa la stessa identica cosa era successa al Fosso Benassai, in via Guidiccioni, e non era quella la prima volta. Toccherà prima o poi anche al Formica. I danni – aggiunge – di oggi sono ingenti, i lavori da fare importanti, interesseranno il viale in tutta la sua lunghezza. Che si ascoltino una volta i cittadini, l’emergenza lo richiede: si dirottino allori i fondi dei Quartieri Social, delle cementificazioni inutili, irreversibii ed estremamente impattanti che il Comune vuol fare a San Concordio, la Piazza Coperta e la Galleria Coperta, e si mettano qui, nel canale di viale San Concordio, ove c’è molto e urgente bisogno“.
“Prevenire è meglio che curare” ricorda infine Europa Verde.
"Questa – dicono Luca Fidia Pardini ed Eros Tetti – modalità di affrontare eventi del genere ha del paradossale: come si può essere sorpresi da questo cedimento quando non più di un anno fa ce n’era stato un altro, in via Guidiccioni, in corrispondenza del fosso Benassai? Sarebbe opportuno che il Comune controllasse e ripulisse accuratamente tutto il percorso dei fossi tombati, anche, in via preventiva, quello del fosso Formica, decementificando e riaprendoli dove possibile".