
Una delle più antiche sagre, quella della zuppa di Santa Maria del Giudice, quest’anno non si farà a causa del coronavirus. Dopo quarantanove anni la famosa festa paesana prende una pausa, ma gli organizzatori sono decisi per l’anno prossimo a ripartire alla grande per festeggiare i cinquant’anni.
“Faremo una grande sagra l’anno prossimo – sottolinea uno dei più attivi organizzatori Alessio Gigli – e vogliamo celebrare degnamente il mezzo secolo di vita”.
“In fondo la sagra che si celebra nei fine settimana d’agosto è anche una festa – ribatte un altro organizzatore Giovanni Baldassarri – Quest’anno con tante vittime della pandemia non vogliamo festeggiare anche per rispettare il lutto di tante famiglie italiane”. D’accordo anche il presidente il parroco don Emiliano Lovi.
In un lontano 1971 nacque la sagra con lo scopo di sostenere le opere parrocchiali. L’impulso fu dato dal pievano don Alessandro Banducci, scomparso due anni fa. Il ricavato della sagra era donato all’asilo parrocchiale e alla costruzione della casa di riposo parrocchiale. Molti volontari con entusiasmo si fecero avanti per fare funzionare un evento che ha richiamato ogni anno migliaia di persone. Le donne del paese misero a frutto abilmente l’attività culinaria soprattutto nel preparare la zuppa con antiche ricette anche segrete, un prodotto molto apprezzate.
Difficile ricordare i volontari nel corso degli anni anche quelli scomparsi come Luciano Giusti e il famoso Pignatti. Anche i donatori di sangue del gruppo Fratres si sono impegnati, ricordiamo fra tutti Eni e Pierluigi Rosellini. Numerosi personaggi famosi sono venuti alla sagra come Simonetta Puccini, la nipote del Maestro. Tommaso Micheletti, per anni funzionario importante del comune di Lucca, ha provveduto tante volte a invitare alla sagra gente dello spettacolo. Memorabile la serata con Paolo Cavallina di “Chiamate Roma 31 31”.
O.d.R.© RIPRODUZIONE RISERVATA