La protesta degli agricoltori non si placa e infiamma l’Europa. In Lucchesia, come altrove, decine di trattori hanno sfilato in corteo da Capannori a Lucca, facendo poi rotta su Navacchio. Ma le ragioni restano radicate a ogni territorio, a ogni terra.
“Non ce la facciamo più – sbotta Carlo Incrocci, titolare di una storica azienda agricola lucchese – Tanto per fare un esempio te: un coltivatore diretto oggi vende un quintale di grano a 24 euro e il forno ne realizza 350. E’ chiaro, ha le spese, il lavoro, si alza la notte. Ma il divario è immenso“.
Tanti nodi al pettine che scoraggiano anche i giovani, e ce ne sono, che vorrero intraprendere. “Ti allettano con i contributi per iniziare e poi ti lasciano solo. Casomai i sussidi servono per incentivare a acquistare mezzi che poi mangari neanche servino e ti resta il cappio al collo di finire di pagare“, dice ancora Incrocci.
“In Polonia e in Ungheria si produce il granturco transgenico che ha meno bisogno di acqua. Noi lo importiamo, viene venduto regolarmente. Ma noi agricoltori italiani non lo possiamo coltivare. Però se poi, come è successo a me, subisci danni alle coltivazioni per via dei cinghiali, i rimborsi li vedi con il cannocchiale. Per colpa della fauna selvatica – che non si può toccare ma i grilli invece sì, si possono mangiare – ha avuto 4mila euro di mancato raccolto. Tutto certificato. Ma i rimborsi? Serve l’avvocato“.
Tante istanze degli agricoltori volano a Bruxelles, ma anche a livello locale si può fare di più. Partendo dalla viabilità.
“La strada di Castagnori è interrota da 4 anni, così anche la via di Greo che da Mutiglianfo va alla chiesa di Pieve Santo Stefano. Non sono mica cosa da poco per chi produce – sottolinea Carlo Incrocci – Non dimentichiamo via delle Nubache che da San Macario va verso Vipore. E via dei Borelli che si allaga continuamente, perchè non la mettono a posto?“.
Il passo in avanti sembra che si in procinto di concretizzarsi per lo storico mercato agricolo di Pulia. “Sarebbe importante per la nostra città e la nostra economia. Potrebbe trasferirsi lì anche quello del Foro Boario che crea non pochi problemi sulla viabilità. Speriamo“.
Laura Sartini