
La casa di Mamma Viola. Grazie ai volontari del Cai lo storico edificio al sicuro
Arriva dai volontari del Cai, sezione "Roberto Nobili" di Castelnuovo, e dal nuovo gestore del Rifugio Alpino Enrico Rossi alla Pania, Simone Salotti, un racconto particolarmente gratificante, soprattutto sotto il profilo umano, oltre che della memoria storica racchiusa nel territorio apuano, Siamo nel comune di Molazzana, nell’area del Monte Rovaio dove si trova il "Sentiero della Libertà", tristemente nota per la sanguinosa battaglia del 29 agosto 1944 tra i partigiani del Gruppo Valanga e i soldati tedeschi, esattamente dove 19 giovanissimi combattenti locali persero la vita. Oltre a identificare la zona, utile per comprendere le annotazioni successive, non parleremo però di sentieri, di escursioni, né tantomeno di visite turistiche, bensì di conservazione di beni che, seppure privati, costituiscono un patrimonio storico comune da preservare e condividere con le nuove generazione Con questo spirito, sacchi di sabbia e cemento in spalla, i volontari si sono mossi verso un’abitazione speciale che si trova nell’abitato di Trescola; la casa di Viola Bertoni Mori, madre del componente del Gruppo Valanga Alfredo Mori e Medaglia d’oro al Valor Civile.
Una donna molto coraggiosa, meglio conosciuta come "Mamma Viola" per la sua accoglienza materna e impavida in favore dei giovani resistenti, diventati di fatto tutti suoi figli. L’abitazione, al tempo rifugio sicuro, oggi sta subendo le ingiurie del tempo e della sua posizione particolarmente isolata, nonostante gli eredi della Mamma dell’Alpe si adoperino per mantenerla in condizioni decorose e salvaguardarla, Al momento purtroppo la situazione è piuttosto critica, con una parte del tetto crollata e tutte le conseguenze successive in atto. "Abbiamo cercato di dare una mano per i lavori di mantenimento dell’abitazione e vissuto l’emozione di entrare all’interno della casa di Mamma Viola, dove sono conservate intatte alcune stanze . raccontano i volontari, tra i quali si trovava anche il figlio di uno dei valorosi partigiani del Gruppo Valanga che lottò contro l’esercito tedesco sul monte Rovaio -. In particolare, ci è stata concessa l’opportunità di conoscere i suoi eredi, la nipote Miriam e la pronipote Celestina, che, non senza emozione, ci hanno accolto con grande calore e riconoscenza. Questa abitazione rappresenta una testimonianza autentica e pulsante dell’epoca vissuta prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. La nostra più grande speranza è quella di poter contribuire a mantenere viva la memoria di chi ci ha dato la possibilità di essere oggi liberi".
Fiorella Corti