"Il sociale affidato a un consigliere sminuisce l’importanza del settore"

Affondo di Amo Forte dopo la scelta del sindaco "Cecchi in staff evidenzia la poca fiducia verso Galleni"

"Il settore del sociale? Declassato con la delega affidata a un consigliere. E il ruolo di Cecchi in staff? Evidenzia scarsa fiducia del sindaco nell’operato dell’assessore Galleni". Il gruppo Amo Forte così interpreta le recenti investiture del sindaco che ha affidato il sociale al consigliere Duilio Maggi e ha fatto entrare Liana Cecchi in staff per occuparsi della scuola. "E’ limitante – tuona il capogruppo Umberto Buratti – destinare la delega al sociale ad un soggetto esterno alla giunta e semplice membro del consiglio comunale. In considerazione della delicatezza di questa delega e dell’impegno che ne deriva, sarebbe stato auspicabile che fosse destinata a un assessore. Sembra però una prassi assegnare settori importanti a semplici consiglieri comunali: è già accaduto per lavori pubblici seguiti da Ghiselli e fino a poco tempo fa anche di turismo e cultura se ne occupava la consigliera Graziella Polacci. In merito alla scelta di inserire Giuliana Cecchi nello staff del sindaco – incalza Buratti – appare invece evidente che il suo ruolo di supporto all’assessore Galleni sulle tematiche relative alla scuola sia una dimostrazione di poca fiducia del sindaco nei confronti dell’assessore o della necessità dell’assessore stesso di chiedere aiuto ad un ex componente dell’allora mia amministrazione in modo da essere guidata nel suo impegno. Prendiamo atto che l’assessore Galleni non ne era in grado, pur avendo una sola delega da seguire a differenza degli altri. A noi appare anche lampante che questo sia l’ennesimo tentativo di infarcire di nomi uno staff già alquanto numeroso – chiude Buratti – per rimediare a un inizio tutt’altro che brillante del secondo mandato e per dare qualche soddisfazione a chi non ha avuto il coraggio di candidarsi e si accontenta di una nomina diretta del sindaco. Alla fine c’è posto per tutti: ma Murzi deve capire che a fare la differenza è la qualità non la quantità".

Francesca Navari