“Il pimpo’ al Bar Gallo“

L'articolo narra dell'atmosfera vivace e competitiva al Bar Gallo, dove il protagonista Flavio eccelle nel gioco del pimpò. La sua abilità straordinaria lo rende un signore del tavolo, rispettato e temuto dagli avversari.

IL PIMPO’ AL BAR GALLO

E meno male ‘e c’era ‘l fontanone, / vando s’usciva mézzi dal bar Gallo, / ch’era propio di faccia al Gonfalone, / cinemino da ride a mentovallo.

S’era boni a gioa’ anche tutto ‘l giorno, / a petto nudo, eppure si grondava; / paonazzi, d’estate, come ‘n forno, /ma po’ all’uscita ci si rinfrescava.

In vella stanza, ‘on vel puzzo di sudore, / senza finestre, guasi s’affogava. / S’era bravini, ma però ‘l migliore / c’avea ‘na classe che ti strabiliava, / e se duravi a fa’ ‘l palleggiatore, / co’ u’ rovescio di polso ti stiacciava; / e te sentivi solo ve’ rumore / della pallina vando t’arivava.

Vinceva sempre lu’, ma era ‘n signore: / era ìl mi’ amico Flavio. E ci stracciava.