REDAZIONE LUCCA

Il mito di Re Artù, le fragole e i mirtilli

La saga di Re Artù e il mito di Camelot influenzano la cultura anglosassone. Frutti come fragole e mirtilli, ricchi di proprietà benefiche, caratterizzano l'epoca arturiana.

Il mito di Re Artù, le fragole e i mirtilli

Fragole in un mercato (foto di archivio)

La saga di Re Artù

ha commosso e stupito intere generazioni; veniva raccontata a noi bambini alla sera davanti al camino quando la televisione ancora non era nata. Ciò che stupiva era la tresca fra sua moglie Ginevra e Lancillotto primo cavaliere della Tavola Rotonda; nonostante l’intervento pacificatore

del Mago Merlino, finì quel periodo splendido di pace ed amicizia nella Fortezza

di Camelot per ovvi motivi di infedeltà.

Non sappiamo se tutto ciò sia realmente accaduto, ma sappiamo che dopo l’assassinio

del presidente John Kennedy

in Texas, la vedova Jacqueline annunciò ai giornali che il felice periodo che aveva vissuto col presidente era stato talmente bello da considerarlo una vera “Camelot”. Il tutto perché

nella cultura anglosassone

il mito di Re Artù e dei suoi cavalieri era profondamente radicato, nonostante non sappiamo ancora se si tratti

di realtà o leggenda.

Quello che sappiamo è che

con il ritiro delle truppe romane nel 400 dC iniziò

in Inghilterra il periodo Arturiano caratterizzato

da una una fiorente agricoltura fatta di immense distese coltivate a fragole e mirtilli, frutti che ben si integravano con il clima umido di quelle terre.

In dietologia i frutti di bosco sono considerati dei veri nutraceuti alimenti cioè che nutrono e curano nello stesso tempo. Sono infatti ricchissimi di acido ellagico una sostanza dal forte potere antitumorale. In questo periodo in Lucchesia sono presenti le Giuggiole portate dalla Cina a Venezia

da Marco Polo; non esiste giardino del Veneto che non abbia un albero di giuggiole: una decozione di questi frutti crea uno sciroppo altamente nutriente dal forte potere antivirale.

Parente stretto della giuggiola è la Sorba, delizioso frutto selvatico ricchissimo

in antibiotici naturali.