“Il Comitato? Non tirate per la giacca il Maestro“

L’intervento del presidente Alberto Veronesi che chiede di poter lavorare

(Segue dalla prima)

Ognuno, da una parte o dall’altra della barricata a dare addosso al presidente, reo di non dare abbastanza ascolto all’uno o all’altro. E più è grande il diritto di tribuna concesso dai giornali e più aumentano le polemiche e le invettive. Ora, non vorrei tornare ancora sul programma, proposto al Comitato, Comitato, come sappiamo alquanto eterogeneo. Come detto più volte è pronto da mesi, ma finché non viene approvato non vale nulla.

Vorrei porre la questione su un altro aspetto. In tutta questa vicenda c’è un solo punto fermo: un unico, incontrovertibile e granitico punto fermo: il Comitato è espressione della Presidenza del Consiglio che nomina, anzi delega, un Presidente. La verità è che ben due Presidenti del Consiglio, non uno, due, anche se consigliati, invitati, richiesti in tutti i modi di cambiare idea, hanno voluto dare e poi confermare la Presidenza del Comitato a un Direttore d’Orchestra, al Maestro Alberto Veronesi. Eppure sono stati tanti i tentativi di far cambiare idea ai Presidenti. Al nostro Presidente attuale è stato addirittura richiesto di revocare in toto il Comitato (avete capito bene: revocare non Veronesi ma il Comitato). Come è noto ciò non è successo, anzi è stata confermata la fiducia piena nel Presidente Veronesi.

Ora, se la Presidenza del Consiglio avesse voluto fare del Comitato una centrale di investimenti conservativi immobiliari avrebbe dato la Presidenza ad un direttore d’orchestra? No, l’avrebbe data ad un ingegnere o ad un architetto.

Se avesse voluto fare un’Accademia, l’avrebbe data probabilmente a un Direttore di Conservatorio. Se avesse voluto un Comitato dedito allo studio e alla ricerca l’avrebbe data a uno studioso, un professore. Se avesse voluto far aumentare il PIL del territorio l’avrebbe data a un manager d’azienda. Invece la Presidenza è stata data a un Direttore d’Orchestra, a un Maestro! Ci si è provato a mandarlo via, ma non ci si è riusciti!

Questo dovrebbe bastare per tacitare molte delle continue polemiche perché è ovvio che il Direttore d’Orchestra faccia il direttore d’orchestra, proponendo al Comitato di portare sul territorio i propri miti musicali: Zubin Mehta, Ivan e Adam Fischer, i Wiener Philharmoniker, la Scala, il Comunale di Bologna, il Carlo Felice di Genova, Vittorio Grigolo, Ambrogio Maestri, Fabio Sartori, Nicola Alaimo, Leo Nucci, Francesco Meli, l’Accademia della Scala, e, anche, possibilmente, Daniele Gatti, Myun Wun Chung, Esa Pekka Salonen, Vladimir Jurowsky, Riccardo Chailly, Riccardo Muti, con le relative grandi e spettacolari orchestre. Ed è naturale che un Maestro punti sui lati sentimentali: la rivalutazione del Caffè Di Simo e della Villa Reale di Marlia, sono tra questi. Come anche l’invito alla copertura invernale del Gran Teatro di Torre del Lago.

Poi naturalmente ci saranno gli investimenti, la parte accademica, il Festival Puccini, le mostre, le conferenze, la parte scientifica e tutto il resto. Ma mi sembra che l’indirizzo sia stato ben e sonoramente impostato dal nostro governo nell’aver scelto e mantenuto come Presidente-Direttore Artistico un Direttore d’Orchestra. Ora, che il Comitato volge alle ultime settimane, penso quindi che l’unico interesse di tutti sia, semplicemente, lasciarlo lavorare. Anche perché far cambiare idee a un Maestro d’orchestra non è facile.

*Alberto Veronesi

Presidente Comitato Celebrazioni Pucciniane