“Giusto lo stop all’abuso d’ufficio“. Pardini favorevole alla decisione

Dopo il via libera in Senato all’abolizione. "Reato troppo generico, il 95% delle accuse finisce nel nulla"

“Giusto lo stop all’abuso d’ufficio“. Pardini favorevole alla decisione

“Giusto lo stop all’abuso d’ufficio“. Pardini favorevole alla decisione

Via l’abuso di ufficio, uno dei reati che più hanno colpito, spesso con conseguenze gravi e presupposti evanescenti, tante amministrazioni locali. E’ arrivato infatti il primo via libera alla sua abolizione dalla Commissione Giustizia del Senato: il primo mattone per l’abolizione di quello che è un vero e proprio spauracchio per gli amministratori è giunto con il voto favorevole del centrodestra ma anche del Terzo Polo, senza considerare che alcuni sindaci del centrosinistra hanno palesemente sostenuto la necessità di una riforma in tal senso anche nei giorni scorsi.

A sostenere la sua abolizione, anche il sindaco di Lucca Mario Pardini, che ha rilasciato anche una breve intervista a Rai1 sull’argomento, essendo stato scelto come primo cittadino di una città amministrata dal centrodestra.

"Sono molto soddisfatto del voto in Senato – spiega Pardini – è una vittoria dei sindaci, non di una parte politica. Del resto, se ne parlava da tanto, da anni e anni. Solo per venire al recente passato, sottolineo che alla prima riunione dei sindaci dell’Anci a cui ho partecipato nel 2022, l’argomento era al primo punto dell’ordine del giorno". Il sindaco entra poi nel dettaglio del motivo per cui la legge così com’è non ha molto senso.

"Il 95 per cento dei casi di accuse di questo tipo finiscono nel nulla – aggiunge il sindaco Pardini – ed è stato per anni in realtà un grimaldello per imputare qualcosa agli amministratori quando però non risultano profili penali di altro genere, quello davvero codificati. L’abuso di ufficio è una specie di “calderone“ dove veniva messo di tutto. Il voto del Terzo Polo a favore? Credo sia stato solo un atto di buonsenso, che invece è mancato al centrosinistra, sempre più arroccato sul fronte del no anche quando a chiedere modifiche sono gli stessi suoi amministratori".

Fabrizio VIncenti