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“Giornata della Cultura Popolare, un patrimonio da valorizzare“

LUCCA La data del 13 dicembre, dal 2006, è stata scelta per la Giornata della Rete Italian...

La data del 13 dicembre, dal 2006, è stata scelta per la Giornata della Rete Italiana di Cultura Popolare, dedicata alla raccolta e al racconto di quelle realtà e attività, espressioni di cultura che nascono dal basso, tradizioni, saperi, proverbi, giochi, usanze locali e anche altri aspetti magico-religiosi che appartengono a una comunità. Per molto tempo la cultura popolare è stata ritenuta una sotto cultura o un’espressione connotativa del mondo rurale. E’ stata stigmatizzata in senso negativo come un appiattimento culturale distintivo delle classi subalterne rispetto a quelle dominanti. Non è condivisibile la distinzione tra il termine folklore e quello di cultura popolare, i confini sono minimi. Come scriveva nel 1846 l’archeologo inglese W. J. Thoms, il folklore è “l’insieme delle tradizioni popolari di una regione, di un paese, di un gruppo etnico; in tutte le manifestazioni culturali che ne sono espressione; cioè usi, costumi, leggende, credenze e pratiche religiose o magiche, racconti, proverbi e quanto altro è tramandato per tradizione orale”. Quindi tradizioni popolari e folklore sono elementi essenziali e costitutivi per una cultura territoriale. Preziosa testimonianza del passato, è indispensabile da parte di cittadini e amministrazioni pubbliche conoscerle, tutelarle e valorizzarle. In un momento come questo, in cui inevitabilmente lo sguardo si volge verso il “locale”, avvicinare le nuove generazioni allo studio e alla conoscenza del proprio patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, un modo efficace per aprirsi a nuove espressioni di culture popolari, patrimoni immateriali di ogni popolo. Riscoprire e riportare alla conoscenza delle nuove generazioni le usanze, i giochi, i saperi del passato non è un “dumbing down” o una mera nostalgia ma è un dovere morale, un arricchimento storico, è conoscenza e riscoperta di valori tuttora necessari. Riscopriamo allora quelle tipiche forme di comunicazione come l’uso del “proverbiare” che era un’usanza quotidiana di grande efficacia e che riusciva sempre a capire e a far capire, riscopriamo i giochi di strada che servivano alla conoscenza di sé e dell’altro. Non lasciamo che le nostre tradizioni, le usanze rimangano “cose da vecchi”!

Simonetta Simonetti