
Andrea Bortoli, presidente di Lucca holding spa
Lucca, 24 febbraio 2016 - La componente «Renziana» del Pd frena sull’operazione che Lucca Holding, dietro impulso della giunta, sta portando avanti per la cessione del controllo di Gesam a Toscana energia. Nella riunione della maggioranza comunale di centrosinistra che si è tenuta lunedì sera il confronto è stato serrato: perché da un lato sindaco, Bortoli (Lucca Holding) e i fedelissimi di Tambellini vorrebbero andare avanti, mentre dall’altro la componente renziana, dopo la «bomba» scoppiata lunedì, preferirebbe frenare sulla cessione per approfondire e valutare meglio. Dovrebbe essere convocata anche una direzione del Pd che dovrebbe occuparsi esclusivamente dell’atteggiamento da tenere su questa vicenda. Quindi, a meno di clamorose sorprese, il consiglio comunale di martedì prossimo che aveva all’ordine del giorno la votazione sulla scissione, probabilmente non sarà risolutivo.
Una frenata che potrebbe far saltare anche la presidenza di Lucca Holding se è vero che Bortoli ha difeso a spada tratta la soluzione che ha individuato, arrivando a sostenere che una soluzione diversa richiederebbe anche un diverso presidente. Sarebbero emersi anche dubbi sulla quantità di debiti fuori bilancio che potrebbero emergere. Si parla di circa un milione di euro che il Comune dovrebbe versare a Gesam. Insomma non ci sono elementi certi e ciò spinge verso una decisione di soprassedere dalle scelte troppo rapide. La pausa di riflessione dovrebbe favorire anche l’accertamento dei debiti fuori bilancio e più in generale della situazione. La tensione sul caso Gesam resta alta. Ieri mattina il sindaco ha commentato. «Le accuse di Magnani sono inaccettabili, parlando di deprezzamento del valore della società, ci accusa di truffa.
A questo punto segnaleremo il caso all’Anac, associazione nazionale anti-corruzione, ma è chiaro che l’amministrazione ha facoltà di sottoporre la questione a soggetti terzi». Non è esclusa un’azione di responsabilità. «Sono arrivato a un punto nelle trattative con tre criteri in mente – ha aggiunto Tambellini –: primo salvare l’azienda, secondo salvare il lavoro, terzo riportare ordine nelle normative. Vorrei ricordare che il famoso contratto Sinergo lo denunciai io, e tutte le volte che ho fatto denunce non ho sbagliato. Ad oggi la situazione è che se non si fa la gara si resta quelli che siamo. Se si fa la gara però chi viene può fare un semplice calcolo e stabilire i dipendenti in base al numero dei contatori. Se l’obiettivo è salvare l’azienda, ci vogliono 100 milioni. Se però Toscana energia ci chiede il recesso, il 40 per cento di Toscana energia su un valore della rete di 75 milioni, è un fatto che cambierebbe tutti gli equilibri. E’difficile a quel punto fare la gara da soli in quelle condizioni. Se ce la fai a vincere sei il domus di tutta la provincia, però non è facile. Toscana energia su base provinciale ha una fetta consistente, fino a che si sta a Lucca la fetta nostra è il pezzo più grande, pari al 60%, ma se si va sulla provincia si scende in una posizione di minoranza, a meno che non si tirino fuori vari milioni».