Francigena, passa la “staffetta garibaldina“

Tappa in centro a Camaiore dell’iniziativa promossa da Assomilitari per il 160° anniversario dell’Unità. Omaggio ad Antonelli, eroe dei Mille

La “staffetta garibaldina” arriva nel centro di Camaiore. Nella mattina di oggi, intorno alle 10, il centro storico sarà attraversato da una staffetta militare a cavallo con indosso un’uniforme garibaldina. La staffetta, organizzata da Assomilitari, vuole commemorare il 2021, anno del 160° Anniversario dell’Unità d’Italia, con un evento che ci riporta al periodo risorgimentale, attraverso una staffetta garibaldina che a cavallo è partita da Torino per giungere a Roma il 2 giugno: 160 anni, un tricolore, 10 giorni di viaggio, 1297,21 km percorsi.

L’evento commemorativo rievoca le gesta di quel periodo percorrendo la via Francigena e consegnando alle amministrazioni incontrate l’allegorico messaggio concernente la fine della guerra e la nascita dell’Unità d’Italia. Assomilitari si avvarrà della collaborazione del fotografo e artista Rohn Mejier per effettuare un reportage fotografico rivolto all’intero evento commemorativo. Assomilitari realizzerà anche un video documentario rivolto al territorio italiano, alle bellezze sociali, culturali, paesaggistiche e agro alimentari incontrate lungo il viaggio. L’evento potrà essere seguito in diretta sui canali social e sul sito dell’Associazione www.assomilitari.it . Vari ministeri, enti, federazioni, regioni, comuni e associazioni hanno concesso il loro patrocinio, tra cui il Comune di Camaiore.

Un evento che tocca direttamente la città di Camaiore anche per un altro storico motivo. Giovanni Antonelli, l’unico lucchese dei Mille, era nato a Pedona di Camaiore il 13 dicembre 1820. Bracciante analfabeta, Giovanni fu sempre uno spirito ribelle e un attivo oppositore nei confronti degli assetti politici del suo tempo. Soldato sotto il granduca, disertò. Arrestato, mentre era condotto a Camaiore, riuscì comunque a fuggire. Venuto a sapere dell’impresa di Garibaldi, decise di prendervi parte. Successivamente si trasferì a Livorno e poi a Lucca, universalmente noto con il soprannome “Il garibaldino”. In precarie condizioni di salute, visse con la pensione prevista per i Mille e morì il 17 novembre 1885.