
Fazzi, come arrivò a concepire l’Opera delle Mura?
"A mio avviso, le aspettative e le richieste per l’utilizzo e la valorizzazione delle Mura che convergevano sull’Amministrazione Comunale non potevano rimaner affidate alla buona volontà dei numerosi Uffici che con le rispettive competenze erano chiamati in causa. E inevitabilmente, a prescind per i passaggi delle 1000 miglia, per il Giro d’Italia, per il ciclocross, per le esposizioni, per le manifestazioni, per i concerti sopra e dentro i baluardi, per le mostre e per i musei – qualcuno ricorda il Museo Multimediale? - per la sicurezza, per gli interventi di piccola manutenzione... E inevitabilmente, a prescindere dalle migliori intenzioni dei singoli, l’aspetto delle Mura appariva sciatto e trascurato, senza contare della vera e propria ‘caccia al tesoro‘ tra gli uffici comunali alla quale erano costretti i volenterosi promotori delle varie iniziative. Creare ed offrire un terminale ed un riferimento unico per le Mura voleva dire - prima di tutto - prendersene cura e affidarle ad un soggetto dedicato e sempre più specializzato. Vorrei ricordare che già nel 2005 le nostre Mura furono l’occasione di un accordogemellaggio culturale con la bellissima città di Nanchino, dedicato agli apparati difensivi storici e alla loro manutenzione e valorizzazione".
Cosa ha funzionato e cosa no di quella esperienza.
"Il primo obiettivo che cercai di perseguire nell’ormai lontano 1999 fu quello di affidare la neonata istituzione comunale (ricordo che in quanto tale era, seppure dotata di autonomia, era un’articolazione organizzativa interna al Comune) a competenze adeguate e specialistiche e settoriali, il più possibile sganciate dalle dinamiche dell’appartenenza politica, un compito non facile allora come oggi. In questo senso, l’Opera delle Mura doveva essere laica, tecnica, competente ed esperta e credo che, almeno fino al 2007 questo sia stata. Con la collaborazione realizzata con la Fondazione Cassa di Risparmio, poi abbiamo assistito ad una potente accelerazione del recupero e del restauro del monumento e ad un ampliamento davvero significativo dei percorsi ciclabili attorno e attraverso gli spalti".
Il sindaco Tambellini, nel suo secondo mandato, ha deciso di chiudere l’Opera delle Mura.
"Mi sono chiesto ed ho chiesto più volte perché l’Amministrazione abbia scelto di interrompere il percorso avviato fino alla soppressione dell’Opera delle Mura ma, onestamente, non sono arrivato ad una risposta convincente. Credo che i motivi siano stati più d’uno, forse molti. Non tutti ugualmente rilevanti o spendibili di fronte all’opinione pubblica che, in un periodo assai breve, si è trovata di fronte al fatto compiuto. Solo pochi anni dopo che la stessa Amministrazione aveva parlato del lancio di un ‘brand‘ quasi in contemporanea con la scelta di Grosseto di seguire le nostre orme con l’Istituzione Le Mura, nata a dicembre 2017. Misteri? Forse".
Il sindaco Pardini ha dichiarato nei giorni scorsi l’intenzione di dare vita a un nuovo organismo: è d’accordo?
"La situazione è notevolmente cambiata ma, a mio parere, l’esigenza di un soggetto dedicato alla cura e alla manutenzione delle nostre Mura è cresciuta. Un soggetto che indichi a tutti il monumento come riferimento esemplare per il livello della progettazione degli interventi, per l’accuratezza dei metodi, per la trasparenza degli appalti, per la professionalità della conduzione dei cantieri. Un laboratorio di ricerca e di realizzazioni che si impongono per le loro stesse caratteristiche. Lasciando ad altri, in primis al Comune, l’onere e l’onore di promuovere e far conoscere. Nel contesto locale, trovo di rilevanza assoluta la novità – rispetto all’epoca della prima Opera delle Mura – costituita dalla presenza di Imt Alti Sudi che dall’inizio ha voluto dotarsi di un dipartimento dedicato ai Beni Culturale e dispone di una docenza di indiscusso prestigio. Credo che se davvero il sindaco Pardini e il Comune vorranno riprendere questa esperienza, dovrebbero valutare attentamente l’opportunità di fare due passi in avanti e non trascurare il coinvolgimento diretto di IMT e, se possibile, della Soprintendenza".
Fabrizio Vincenti
