Ex hotel Franceschi, partito il recupero

L’imprenditore Attilio Bindi, re dei dessert, mette in campo un investimento da 14 milioni per riaprire la struttura nel 2023

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Un gioiello charmant in stile ’Grande Gatsby’. L’ex hotel Franceschi dopo venti anni di abbandono si prepara ad un intervento di recupero da mille e una notte: a credere nella scommessa l’imprenditore Attilio Bindi, il ’re dei dessert’ per antonomasia che in pochi anni ha acquistato alcuni degli immobili simbolo della Versilia. Come il vicino hotel Areion (che presto verrà interamente demolito) e la Canniccia a Marina di Pietrasanta. Bindi ha rilevato lo storico albergo nel cuore di Roma Imperiale da un imprenditore di Bologna e con un investimento complessivo di 14 milioni di euro nel 2023 l’hotel Franceschi riaprirà i battenti, mantenendo l’impronta retro-chic di un’accoglienza tutta familiare. Si tratterà di un ritorno agli anni Venti (il cantiere è stato infatti tappezzato di immagini ispirate alla Belle Époque) per l’imponente edificio di oltre 1600 metri quadrati, circondato dal parco e con la suggestiva torretta ornata da quelle vetrate liberty che hanno resistito all’abbandono. L’albergo – originariamente collegato dal tunnel alla depandance, come la dimora Agnelli – fu fortemente voluto da Nella Franceschi, moglie di Achille, reduce dal successo crescente della Capannina. La villa privata fu convertita in hotel calamitando una clientela internazionale e di livello. Poi un’intricata vicenda di abbandono, trattative naufragate, aste fallimentari e un degrado protratto negli anni. Oggi, nonostante il tetto in malora e i locali a lungo occupati da balordi, l’ex Franceschi mantiene un fascino che cattura. E la veranda di mattoncini rossi con la controsoffittatura di paglia intrecciata (rimasta intatta nel tempo) sono l’imprinting di quello stesso eterno stile della Capannina.

La ristrutturazione dell’ex Franceschi è stata affidata all’architetto Stefano Boninsegna di Gla di Firenze che dovrà mettere in atto un certosino restauro conservativo, tenendo conto dei limiti imposti dalla Sovrintendenza. "Sarà recuperato lo charme della struttura attuale – illustra l’imprenditore Bindi – per dar vita ad un albergo di eleganza non gridata, con sole 12-15 suite lusso distribuite al primo e secondo piano, una delle quali sarà su due livelli e comprenderà la bellissima torretta con vista mare. Si dovrà respirare la familiarità della vacanza in villa mettendo insieme al massimo 24 ospiti. Per questo verrà conservato il parco con i suoi lecci creandovi una piscina con tanto di chiringuito-reception esterno per una prima accoglienza degli ospiti. L’interno sarà arricchito di piante decorative, proprio come si fa in un salotto e saranno utilizzati materiali locali, come il marmo, recuperando il modulo della ’casa minima’ teorizzato da Giò Ponti per questi quartieri, dove natura fa rima con architettura. Il ristorante sarà concentrato nella veranda dove verranno collocate tende di lino e ogni tavolo dovrà godere di una propria intimità, sempre per riproporre l’idea della vacanza tra le mura domestiche". A completare l’intervento saranno il parcheggio interrato da circa venti posti e una piccola spa al piano terra.

"Da tempo ammiravo questo immobile così affascinante e in abbandono – confida Bindi – e così quando ho pianificato i miei investimenti in zona, mi sono interessato al suo recupero. Lo trovo un albergo bellissimo e unico, col sapore della leggenda fatta dalla famiglia Franceschi. Credo fortemente nel rilancio della Versilia e solo per questa struttura stimo la necessità di reclutare almeno 25 persone da impiegare. E saranno tutte della zona".

Francesca Navari