
Emergenza allagamenti. La diga sugli spalti. C’è chi dice ‘no‘ ma anche chi è a favore
Fa discutere il vecchio progetto della “diga” da 589 milioni di litri d’acqua sugli spalti delle Mura al fine di ridurre il rischio idraulico nella città di Lucca e nella periferia sud in occasione di eventi meteorici eccezionali. Proposta che abbiamo ricordato nell’edizione di venerdì. L’ex consigliere comunale e regionale Francesco Colucci ha detto: "Leggiamo di questa possibilità. Non siamo tecnici per giudicare la scelta della diga, ma vecchi sì per ricordare come funzionava una volta lo smaltimento delle acque che circondavano le Mura di Lucca. Molti erano i canali che dagli spalti delle Mura portavano l’acqua all’Ozzoretto sottopassando la ferrovia, la stazione, l’autostrada, dando anche acqua ai contadini di San Concordio. In questi canali si pescavano crognoletti e anguille. Il canale di San Concordio, dove non passa più acqua, solo quella piovana. Il canale della Formica, il Condotto pubblico lungo l’Acquedotto del Nottolini, il canale di Pulia. Tutti questi canali – prosegue Colucci – sono stati chiusi al passaggio delle acque degli spalti e tutte le acque sono state convogliate sulla Piscilla, che infatti debordava spesso, fino a che non sono state rialzate le sponde, di quasi un metro. Perché la scelta della diga? Perché non si verifica se è possibile riaprire le uscite delle acque degli spalti verso i canali che ancora esistono?".
La diga sugli spalti? Una pessima soluzione per l’architetto Claudio Pardini Cattani. "Voglio sperare che la Soprintendenza la respinga all’eventuale mittente. In pericolo la stabilità del bene culturale e l’attuale configurazione degli spalti, già gravemente compromessa da strutture legate ad eventi, caratterizzate da dimensioni spaziali e temporali non coerenti con il monumento. Abbiamo assistito e tuttora assistiamo ad una deriva vergognosa, caratterizzata da una progressiva cementificazione esasperata e diffusa, dell’area urbanizzata, con tutte le conseguenze più volte sottolineate di aumento delle problematicità dovute alla riduzione del drenaggio delle acque per l’impermeabilizzazione dei suoli. Fermare la cementificazione, tutelare le residue aree verdi esistenti e procedere a un riordino, per quanto possibile del reticolo idraulico, è una priorità, assieme alla riforestazione urbana che consente la mitigazione dei nubifragi".
Giovanni Pierami, già assessore all’ambiente del Comune di Lucca, ricorda invece che "il progetto ideato da professor Raffaello Nardi, Autorità di bacino del Serchio, tendeva a limitare l’arrivo delle acque del condotto pubblico e della Piscilla in Ozzeri che è un canale con bassissima pendenza, dunque con tempi di corrivazione elevati. Così come già successo in passato, con la creazione dei bottacci che rallentano e consentono il contenimento delle acque provenienti dai monti Pisani, era stata pensata dal professor Nardi la formazione di alcune vasche di contenimento delle acque prima dell’arrivo in Ozzeri. Era stato studiato anche il ripristino degli spalti dove oggi c’è il campo ex Balilla, che di fatto costituisce un rialzamento di circa un metro e mezzo rispetto ai livelli storici degli spalti. La costruzione del campo ex Balilla risale all’epoca precedente la Seconda guerra mondiale e ha diminuito la capacità di contenimento delle acque del condotto pubblico. Alcuni anni fa si è comunque realizzata una saracinesca sul condotto pubblico-Piscilla, che si vede nei pressi del viale di circonvallazione, oltre alle casse di espansione fatte lungo l’Ozzeri, a Ronco Pontetetto prima dello sbocco, con un’altra saracinesca che in parte ha risolto il problema. Non mi sembra invece ci siano responsabilità da parte delle centraline idroelettriche che rispettano le disposizioni e chiudono l’immissione di acqua quando si prevede un periodo di pioggia intensa come avvenuto nei giorni scorsi".
Paolo Mandoli