La beata Elena Guerra sarà santa: riconosciuto il miracolo

La religiosa fondò la congregazione delle Oblate del Santo Spirito, dette Suore di Santa Zita

Papa Francesco

Papa Francesco

Lucca, 13 aprile 2024 – Elena Guerra sarà santa. Fondatrice della Congregazione delle Oblate del Santo Spirito, dette Suore di Santa Zita, Elena Guerra è nata il 23 giugno 1835 a Lucca dove morì l'11 aprile 1914.

Nell'udienza concessa stamani al cardinale Marcello Semeraro, prefetto per le Cause dei Santi, papa Francesco ha infatti autorizzato il Dicastero a promulgare i decreti riguardante il miracolo attribuito all'intercessione della religiosa, attualmente beata. I nuovi decreti promulgati oggi riguardano anche due nuovi beati in Spagna, martiri della Guerra civile: viene infatti riconosciuto il martirio dei Servi di Dio Gaetano Clausellas Ballvé, sacerdote diocesano, nato il 5 agosto 1863 a Sabadell e ucciso in odio alla fede il 15 agosto 1936 nei pressi della medesima località; e Antonio Tort Reixachs, laico e padre di famiglia, nato il 28 marzo 1895 nei pressi di Barcellona e ucciso in odio alla fede nel dicembre 1936 a Montcada.

Riconosciute infine le «virtù eroiche» della Serva di Dio Teresa Lanfranco (al secolo Annunziata Addolorata), religiosa professa della Congregazione delle Figlie di Santa Maria di Leuca, nata il 24 marzo 1920 a Gallipoli (Lecce) e morta l'8 giugno 1989 a Roma. Per la beatificazione della religiosa occorrerà il riconoscimento di un miracolo dovuto alla sua intercessione.

La vita di Elena Guerra

Nasce a Lucca il 23 giugno 1835. Vive e cresce, in una famiglia profondamente religiosa e fin da giovinetta si dedica all’apostolato catechistico mentre attende intensamente allo studio. E’ una donna di grande intelligenza e si fornisce di una cultura molto in anticipo sui tempi. Durante una lunga malattia si dedica alla meditazione della Parola di Dio e allo studio dei Padri della Chiesa. Questi, ne determinano l’orientamento della vita interiore e dell’apostolato, svolto prima, nell’associazione delle amiche spirituali da lei stessa fondata e organizzata per promuovere fra le giovani l’amicizia in senso cristiano e poi anche in quella delle figlie di Maria. Nell’aprile del 1870 compie a Roma con suo padre Antonio un pellegrinaggio e dopo la visita delle tombe dei martiri nelle catacombe, matura in lei il desiderio della vita consacrata. Assiste in S. Pietro il 24 aprile alla terza sessione pubblica del Vaticano I ove viene promulgata la costituzione Dei Filius sulla fede e alla vista del Papa Pio IX si commuove talmente, che al suo rientro il 23 giugno, fa a Dio l’offerta di se stessa per il Papa. Nel 1871 dopo una lunga notte oscura a cui seguono grazie mistiche, Elena con un gruppo di amiche spirituali e di figlie di Maria dà inizio ad una nuova esperienza di vita religiosa comunitaria che nel 1882 sfocia nella fondazione della Congregazione delle Suore di S.Zita per l’educazione culturale e religiosa della gioventù. In questo periodo diventa sua diletta alunna anche S. Gemma Galgani. Intorno al 1886 la Beata avverte un primo appello interiore ad adoperarsi per divulgare la devozione allo Spirito Santo nella Chiesa. Scrive perciò a Leone XIII per esortarlo ad invitare i cristiani a riscoprire la vita secondo lo Spirito ed il Papa così sollecitato rivolge alla Chiesa documenti che si possono considerare anche l’inizio del ritorno allo Spirito Santo dei tempi attuali: il breve Provida Matris Charitate nel 1895, l’enciclica Divinum illud munus nel 1897, la lettera ai vescovi Ad fovendum in cristiano populo nel 1902. Il 18 ottobre 1897 Leone XIII la incoraggia a proseguire l’apostolato per la causa dello Spirito Santo e l’autorizza a dare alle religiose della sua congregazione la nuova denominazione di Oblate dello Spirito Santo, meglio qualificante il loro carisma specifico nella Chiesa. Il vero senso del ritorno allo Spirito sarà il mandato della sua congregazione nel mondo. Per la Beata Elena la Chiesa è un Cenacolo spirituale permanente: ove Gesù si offre a Dio vittima di espiazione per la salvezza degli uomini, ove Gesù istituisce il sacramento dell’amore: l’Eucaristia, ove appare ai suoi dopo la Risurrezione, ove manda da presso il Padre lo Spirito Santo. Elena in questa prospettiva inizia il Cenacolo Universale come movimento di preghiera allo Spirito Santo. Muore l’11 aprile 1914, sabato santo, con in cuore il desiderio di vedere i cristiani moderni prendere coscienza della presenza e dell’azione dello Spirito nelle loro anime, condizione indispensabile per un vero rinnovamento della faccia della terra. Il 26 aprile 1959 Giovanni XXIII eleva agli onori degli altari Elena Guerra, definendola apostola dello Spirito Santo dei tempi moderni come Santa Maria Maddalena è stata l’apostola della Risurrezione e Santa Margherita Maria Alcoque è stata l’apostola del Sacro Cuore.

I segreti della beata Elena Guerra

(tratto da un articolo 7 giugno 2001 de La Nazione)  

Quale malattia costrinse la beata Elena Guerra a rimanere in casa per ben otto anni? Non era ancora religiosa e un male misterioso le impedì di portare avanti il suo apostolato. Aveva solo trenta anni. Vogliono sapere tutto su di lei le sorelle Oblate dello Spirito Santo. Una commissione scientifica; la stessa che ha esaminato il corpo di S.Zita; il 25 maggio ha così eseguito una ricognizione completa del corpo della beata Elena Guerra; nata a Lucca il 23 giugno del 1835 e morta l11 aprile del 1914. Le spoglie di questa donna lucchese sono conservate in una teca di cristallo nella chiesa di S.Agostino. Un équipe scientifica di grande esperienza; composta dal professor Gino Formaciari; docente di anatomia patologica presso il dipartimento di oncologia; dei trapianti e delle nuove tecnologie in medicina; sezione Paleopatologia; dellUniversità di Pisa; dalle dottoresse Laura Giusti; Angelica Vitiello e Agata Lunardini; dal tecnico Marcello Gambino e dallo studente universitario Antonio Fornaciari. Anche alcune suore Oblate dello Spirito Santo hanno assistito all’operazione; mentre i sigilli della teca; con lo stemma dell’arcivescovo monsignor Giuliano Agresti; sono stati tolti alla presenza del cancelliere vescovile monsignor Mauro Viani. La ricognizione ha permesso agli studiosi di poter prelevare diversi frammenti; fra cui un campione di esofago; vaso del colon; pleura; costa; cute della spalla; intestino e quanto in esso ancora era conservato (tampone o feci); tessuto adiposo; cute e muscolo della coscia sinistra e del fianco destro. Diverse parti del corpo della beata risultano essere mummificate; come si legge nella relazione del professor Fornaciari.