
Dov’è la chimera?. Mille curiosità in un volume
Lucca ci ha abituato alle stranezze. Dalla pietra del Bernardini, il diamante di San Michele, la porta del diavolo a Sant’Agostino, i graffi del diavolo a San Pietro Somaldi… Tanto siamo abituati alle leggende, storie, miracoli, e bizzarrie varie, che non facciamo più caso a nulla o dimentichiamo i fatti: chi ricorda ancora la storia della balena spiaggiata a Viareggio nel 1495? Eppure il fatto è ricordato da una lapide in bella vista sulla facciata della chiesa dei Servi. Ma se in molti hanno visto la lapide della balena, dubitiamo che siano in molti, tra i nostri lettori, che hanno notato la chimera.
Il manufatto non è sfuggito a Giovanni Giangrandi che gira sempre a ‘naso all’aria’ per scoprire e documentare le particolarità di Lucca che spesso sfuggono alla comune attenzione. Come la lapide in Piazza S. Michele che, pur essendo in bella vista (si fa per dire), è difficilmente individuabile. Oggi vogliamo parlare di questa chimera, semi celata in una frequentatatissima strada cittadina, che non è sfuggita però a Giovanni. Le chimere erano mostri leggendari della mitologia greca, romana ed etrusca, il cui corpo era formato da animali diversi. La nostra chimera, mancante di alcune (notevoli) parti, potrebbe essere un ippogallo, in quanto sembra avere: testa d’equino con grandi froge, corpo d’uccello e coda di serpente. Posta su una mensola in pietra scolpita, sulle cui tre facciate sono riportati putti alati di pregevole fattura, sembrerebbe, a un primo sommario sguardo realizzata in cotto. La chimera è in posa di gallo accovacciato, la bocca spalancata, le grandi penne remiganti che toccano la base e la coda ritorta verso l’alto. La coda, troncata, sembra dovesse finire davanti alla chimera, dopo un ampio giro, in quanto pare vi sia rimasta la parte terminale.
Qualcuno dei nostri lettori l’ha notata? Sa dove si trova? Attendiamo risposte e soprattutto, se qualcuno fosse a conoscenza della storia di questo manufatto (come è finito lì, chi lo ha realizzato ecc.), si faccia sentire. Per queste curiosità consigliamo il libro di Giovanni Giangrandi “Opere d’arte minori lucchesi” – ISBN – 9788890897856 – Ricerca, descrizione e documentazione fotografica dei manufatti seriali (vere e proprie opere d’arte minori) che ornano la città: 318 cristogrammi, 150 ‘marginette’, 335 stemmi e 49 ‘antipiscio’. Per informazioni scrivere a: [email protected] oppure [email protected]