Donne, un passo indietro di quindici anni

Nessuna candidata sindaco, non succedeva dal 2007. E sono anche pochi i partiti e le liste che rispettano la parità di genere

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Tanti dibattiti. Tante voci favorevoli. Poi, alla resa dei conti, il piatto piange come non succedeva ormai da tempo, precisamente dal 2007. Alle prossime elezioni comunali Lucca non esprimerà nemmeno un candidato donna a sindaco, un deciso passo indietro rispetto a soli cinque anni fa quando furono ben tre le donne che scesero in lizza. E in un’epoca dove troppi si riempiono la bocca di parità di genere, spesso con una buona dose di demagogia, il dato fa riflettere.

Il nostro giornale due anni fa avviò un dibattito sull’argomento, e furono in molti che si dichiararono convinti che i tempi fossero maturi, che la città potesse trovare una sua rappresentante. Invece, il prossimo 12 giugno i lucchesi, a differenza del passato, non troveranno nessuna presenza femminile pronta a indossare la fascia tricolore. Un deserto. Sette candidati a sindaco, sette uomini. Nel 2017 furono come detto tre le donne in lizza: Donatella Buonriposi (per due liste civiche) che raggiunse il 5,25 per cento dei consensi, Marinella Manfrotto (per la Sinistra) che arrivò al 2,40 per cento e Ilaria Quilici per la Lega Toscana che si fermò allo 0,65 per cento.

Nel 2012 furono invece due le donne in lizza: Daniela Rosellini per il 5 Stelle che colse il risultato più alto di sempre con il 7,68 per cento e Maria Gemma Urbani che con una lista ecologista arrivò all’1,51 per cento. Nessuna donna nelle elezioni del 2007 e una nel 2002 – Roberta Bianchi per Rifondazione Comunista (4,81 per cento) – mentre nel 1998 non si presentarono candidate donne. Nella prima elezioni a suffragio diretto del sindaco, ovvero quella del 1994, toccò invece a Irina Imposti che per Caccia Pesca e Ambiente che raggiunse l’1,76 per cento: fu la prima donna che concorse alla carica di sindaco nella nostra città.

Sono trascorsi quasi trent’anni, ma passi in avanti se ne sono visti pochi, se non quelli legati all’obbligo, e va sottolineato che si tratta di obbligo pena l’esclusione dalle elezioni, di candidare nelle liste per l’elezione dei consiglieri almeno il 32 per cento di donne (le elette nell’ultimo consiglio sono state 8 su 32, dunque il 25 per cento).

Da questo punto di vista, le liste più "rosa" che si sono presentate per le elezioni del 12 giugno sono quelle di Lucca Civica-Volt-Lucca è popolare (con il 56 per cento del totale costituito da donne), da Europa Verde (con il 52 per cento del totale, tra cui la capolista Marta Lugano), del Pd (50 per cento, con capolista Chiara Martini) così come la lista Veronesi sindaco (con capolista Gemma Adorni), Lucca sul Serio, Ancora Italia e Sinistra Con. Poco sotto il 50, Prima Lucca-Italexit con Paragone (48 per cento, con capolista Federica Cecchi) e Lucca è un grande noi (48 per cento, con Ilaria Vietina capolista). Percentuali più basse, ma almeno con una donna capolista per No green pass (Cristina Mele), Lista Civile (Lodovica Giorgi), Lucca Futura (Cecilia Lorenzoni), Centrodestra per Lucca (Elisabetta Biagioni) e Fratelli d’Italia (Simona Testaferrata).

Fabrizio Vincenti