REDAZIONE LUCCA

Dalla toga alla penna La svolta di Aldo Bertozzi

Dopo una lunga carriera da avvocato arriva l’amore per la scrittura . Pubblicati 16 romanzi in pochi anni, l’ultimo è “I racconti del carcerato“

Tanti anni di professione di avvocato con successo, insieme anche ad una proficua esperienza nel mondo della scuola come insegnante di materie giuridiche, ma alla fina la "folgorazione" per la scrittura, ed ecco in pochi anni ha pubblicato con vari editori ben 16 lavori, il tutto sempre improntato dall’affetto verso il paese della sua origine, Sassi di Molaz-zana. Parliamo di Aldo Bertozzi, classe 1947, ma attivo e gagliardo come un trenten-ne, che si è lanciato in una nuova sfida in campo letterario, quella del romanzo con "I racconti del carcerato. La storia di Luca Marenghi", edito da Tralerighe Libri di Andrea Giannasi, con una significativa introduzione di Gian Gabriele Benedetti. Per l’amore verso il suo Sassi, Bertozzi ha voluto che la prima presentazione del romanzo in Garfagnana fosse proprio al suo paese, alle presenza del sindaco Andrea Talani, l’editore Andrea Giannasi.

Com’è avvenuto il passaggio dalla toga alla penna?

"Mi è sempre piaciuto scrivere, soprattutto dando sfogo alla fantasia, ma il momento decisivo è stata la lunga malattia della mamma con la mia assistenza, che mi fece riflettere sulle priorità e sui valori. Così dopo trentacinque anni di toga mi sono incamminato nella nuova esperienza".

Quale genere letterario predilige?

"I generi verso cui mi sento più portato sono la ritrattistica, le cronache e gli epigrammi, anche se l’opera cui sono più legato è stato il "Dizionario garfagnino". Ora , ecco questa nuova esperienza con il romanzo, che mi sta dando soddisfazione, grazie anche al benvolere dell’editore".

Questo romanzo è autobiografico o di fantasia?

"Direi che in esso i due aspetti si fondano: il castellocarcere mi è stato suggerito dalla mia esperienza di avvocato. I protagonisti, però, sono tutte figure di fantasia".

Quale personaggio del romanzo le pare più riuscito?

"Penso a Wilma, la giovane partigiana che finisce suicida per non cadere nelle mani dei na-zisti, come pure Luca, un uomo di nobili sentimenti e di indubbie doti civili e morali".

Qual è il suo sistema per scrivere?

"Uso il computer come una semplice macchina da videoscrittura, dopo aver vergato sulla carta le mie storie. Mi è d’aiuto mia moglie, ben più tecnologica di me".

Ci faccia una confidenza. Dopo le onorificenze di Cavaliere e Ufficiale, arriverà quella di Commendatore?

"Fui segnalato da Selso Savoli, già sindaco del Comune di Molazzana per circa cin-quant’anni, che ringrazio di nuovo. Mi ritengo già più che onorato per questi riconoscimenti, che non penso neppur di meritare. Dunque, la Commenda… può attendere".

Dino Magistrelli