Dal libro su Sarah Scazzi alla docu-serie di Disney+

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Dal libro alla docu-serie, fino alla serie internazionale. È questo il percorso di “Sarah. La ragazza di Avetrana”, il libro dei due lucchesi di adozione Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni (nella foto). Dopo il successo editoriale dell’opera, pubblicata due anni fa da Fandango Editore, il volume che racconta con spaccati inediti e sorprendenti la triste storia di Sarah Scazzi torna al centro dell’attenzione.

Questa volta con Disney+, colosso mondiale che ha scelto il testo per farne una serie che verrà resa disponibile in oltre duecento Paesi. Le riprese della serie - di cui i due sono anche autori del soggetto e sceneggiatori - inizieranno a giorni in Puglia per la regia di Pippo Mezzapesa, appena candidato al Festival del Cinema di Venezia con il suo film “Ti mangio il cuore” la cui protagonista è la nota cantante Elodie. “È una sfida molto importante - spiegano i due - il cui obiettivo è quello di far emergere, sfruttando la chiave della funzione, il paradosso del reale. Quello che ci auguriamo è che la serie tv, più che dare risposte, possa interrogare il telespettatore. Non solo sul vero assassino di Sarah Scazzi, ma anche sul peso mediatico dell’intera vicenda”.

Qual è stato il ruolo mediatico del caso Scazzi?

“Il caso Scazzi rappresenta una sorta di punto di non ritorno, perché se da una parte già c’erano stati racconti di cronaca nera della cosiddetta “tv del dolore” - pensiamo soprattutto ad Alfredino Rampi e a Vermicino -, con il delitto di Avetrana si fa un passo ulteriore, perché per la prima volta il 6 ottobre 2010 alla mamma di Sarah, Concetta Serrano, viene comunicato in diretta che la figlia non è scomparsa, dopo 42 giorni di ricerca, bensì è morta e che a uccidere la figlia sarebbe stato - secondo quello che si disse all’epoca - lo zio di Sarah, Michele Misseri. Si tratta di un episodio emblematico perché rappresenta un momento in cui tutto sembra diventare legittimo. E il morboso viene sdoganato per sempre“.

Carmine ormai sei un volto noto di Rai1, fra Linea Verde Life e programmi di inchiesta in prima serata. Quali sono gli altri progetti su cui state lavorando insieme?

“Oltre la nuova stagione televisiva in Rai, ci stiamo occupando di nuovi documentari per le piattaforme e di un podcast, incentrato sull’organizzazione del Forteto, che uscirà in inverno. Si tratta di un lavoro lungo e complesso, incentrato sul silenzio istituzionale e sulla mancanza di assistenza che nel nostro Paese viene data a chi fuoriesce da una setta“.