"La Camera di commercio chiede l'aumento dei diritti, in pieno Covid"

La protesta di un'imprenditrice: "Invece di aiutarci, rincarano le tasse". Bartoli: "Delibera del 2019, lontano dalla pandemia. Nel lockdown chiedemmo di rinunciare, ma il ministero lo vietò"

Giorgio Bartoli, ex presidente della Camera di commercio di Lucca e Massa Carrara

Giorgio Bartoli, ex presidente della Camera di commercio di Lucca e Massa Carrara

Lucca, 29 ottobre 2020 - "La Camera di commercio di Lucca  mi ha scritto, per chiedermi di versare entro il 30 novembre una cifra pari al 20% della quota 2020 dei diritti camerali che ogni iscritta deve versare annualmente. Mi chiedo: ma se nel 2020 quasi nessuno ha incassato somme, con quale faccia la Camera di commecio che rappresenta il braccio dello Stato nel campo dell'economia si rivolge alle aziende per chiedere un aumento della tassa? L'avrei immaginata, semmai, muoversi per dare una mano alle imprese". 

E' il succo della lettera che la titolare di una piccola società della provincia di Lucca ha inviato a LaNazione.it., allegando la richiesta che la Camera di commercio la ha fatto arrivare chiedendo di versare l'aumento sui diriìtti camerali.

Più che dal sacrificio di pagare un surplus sulla quota corrisposta a suo tempo, l'imprenditrice agisce per indignazione. Oltre alla quota pagata annualmente, nell'anno del covid 2020, la Camera di commercio chiede un aumento. "Ma com'è possibile? La  mia volontà - precisa - non è di evitare il pagamento, perché appena arrivata la richiesta ho versato la quota aggiuntiva. Contesto in linea di principio uno sistema che in questo periodo non solo non cancella le tasse, ma chiede un di più rispetto al solito".    

A far crescere la delusione, l'annuncio contenuto nella lettera,  che i proventi dell'addizionale saranno destinati al sostegno di punti  impresa digitali, del settore turismo, della formazione lavoro, di chi esporta prodotti e servizi e per costituire un fondo finanziario per le crisi d'impresa.   

Non è proprio una bella figura, per la Camera di commercio di Lucca, che, come tutte le consorelle italiane, versa in una fase di difficile equilibrio istituzionale, fra progetti di sopprimere l'ente o di accorparne le sedi e l'attualità che le vede sopravvivere depotenziate. La Camera di Lucca non ha presidente, essendo Giorgio Bartoli, che ricopriva la carica dichiarato decaduto a metà settembre, dopo corposa prorogatio seguita alla fine naturale del suo mandato.

"L'imprenditrice ha ragione - è la risposta d'istinto di Bartoli,  in carica come presidente della Camera di commercio di Lucca e Massa Carrara, quando l'aumento venne deciso - La delibera con cui noi, come tantissime altre Camere italiane, stabilimmo di esercitare la facoltà che il ministero concede di aumentare i diritti camerali del 20% per il 2020, il 2021 e il 2022 risale al 7 novembre 2019. All'epoca, del coronavirus non c'era alcun segnale, nessun presagio. PIù avanti, quando si manifestò la pandemia e fu deciso il lockdown ritenemmo di dover rinunciare a un aumento che non avrebbe avuto più senso alcuno".

Bartoli dichiara che a inizio lockdown la Camera di commercio di Lucca e Massa inviò una richiesta al ministero dell'economia, manifestando l'intento di recedere dall'applicazione dell'aumento. La risposta del ministero fu negativa: l'ammontare dell'aumento del diritto camerale era già voce di bilancio e non si tornava indietro. Più tardi - aggiunge  Bartoli - concetto che il ministero fissò nel decreto emanato di lì a poco con cui si rendeva immodificabile per le molte Camere di commercio italiane che lo avevano deliberato, l'aumento del 20% sui diritti camerali, non solo per il 2020, ma anche per i due anni successivi".   

La volontà (poi risultata vana) di rinunciare all'aumento consentirà di mostrarsi a testa alta davanti ai concittadini, per chi amministrava la Camera di Lucca ai tempi del lockdown. Ma non consolerà l'imprenditrice e i suoi colleghi, costretti al balzello supplementare che li accompagnerà anche nei prossimi due, difficilissimi, anni. Bartoli precisa che "tutti i soldi derivanti dall'aumento del diritto camerale, a Lucca sono stati destinati a contributi diretti alle imprese più piccole e che hanno sofferto di più". Novecentomila euro per piccole e micro imprese che hanno subito importanti riduzioni del fatturato. E che magari saranno in parte utilizzati per pagare l'aumento dei diritti camerali.

 

p.c.