LAURA SARTINI
Cronaca

Coronavirus Lucca, "Ricoveri record? Numeri destinati a calare"

Il dottor Luchi, primario al San Luca, illustra il nuovo modello organizzativo anti-Covid: i pazienti saranno redistribuiti nell’are avasta

Il dottor Luchi

Lucca, 5 settembre 2020 - Il picco di contagi e di ricoveri, in questa fase della seconda ondata epidemiologica, fa paura. Il dottor Sauro Luchi, direttore di Malattie Infettive e Epatologia al San Luca, chiarisce cosa ci aspetta e come l’azienda sanitaria intende organizzarsi.  Quattordici ricoverati, di cui quattro in terapia intensiva sono numeri che oggi ci devono spaventare dottor Luchi? «Sono numeri che, indubbiamemente, ci devono indurre alla prudenza. Ma la situazione lucchese non è particolarmente critica se si va a ’leggere’ il dettaglio dei ricoveri». Quanti sono i lucchesi colpiti dal virus in cura al San Luca oggi? «Dei 14 ricoverati solo 4 sono di Lucca. Però si tratta di tre pazienti in realtà asintomatici, sotto attenzione per altri problemi e scoperti positivi con il tampone, al momento del ricovero. Uno di loro si è ferito ed è in carico all’ortopedia, un altro ha uno scompenso al cuore, uno è un paziente nefrologico. Si tratta di persone che rientrano nell’area Covid, realizzata per tenere i percorsi separati, ma che per il virus non avrebbero avuto bisogno di assistenza». E dei quattro pazienti in rianimazione? «Uno solo è lucchese, e la maggior parte non sono intubati. Hanno tra i 67 e gli 84 anni». Il virus ha abbassato la testa? «Qualcuno lo afferma, ma personalmente non sono così sicuro che abbia realmente perso carica virale. Su 14 ricoveri, 4 in rianimazione sono comunque una percentuale rilevante». Quel numero, 14 degenti, potrebbe essere destinato a aumentare? «Direi proprio di no. Anche perchè sono in corso accordi di area vasta che soprattutto grazie all’apertura del reparto Covid dell’azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa, ci consentirà la redistribuzione dei pazienti per province di appartenenza». Quindi il San Luca resterà solo per i lucchesi? «In linea di massima direi di sì». Quanti letti avete previsto nel reparto Covid? «Da 16 a 20, più 8 in rianimazione». Dottor Luchi, oggi si può anche dire. Quanti medici e infermieri sono stati colpiti dal virus durante l’emergenza? «Nessuno nel mio reparto, sono orgoglioso di poterlo dire. E anche in tutto il San Luca – moltissimi reparti sono stati interessati dall’emergenza – sono stati pochissimi, si contano più o meno sulle dita di una mano. Purtroppo è andata peggio sul territorio, dove ha perso la vita anche un medico di famiglia». Quali terapie utilizzate? «Adesso applichiamo direttamente la terapia ufficiale dell’Aifa, il mix con antivirale, cortisone e plasma, combinazione collaudata da studi clinici su protocolli sperimentati dalle autorità». Come valuta l’attuale situazione sul territorio lucchese? «Serve grande attenzione e sorveglianza. Qualcosa sta ripartendo per l’effetto vacanze. Tra poco vedremo quale sarà l’effetto scuola. L’ importante è tenere altissima la guardia».