
Condannata la coppia pisana accusata di aver truffato una famiglia di imprenditori lucchesi. A giudizio erano finiti G. C. e la compagna D. A. entrambi residenti a Pisa ma di fatto abitanti a Londra, almeno all’epoca dei fatti. Ovvero dal 2014 al 2016. Il processo, aperto a novembre dello scorso anno, si è concluso poco prima di Natale. Il giudice Gianluca Massaro ha condannato C. a un anno di reclusione e al pagamento di 800 euro di multa, e a 7 mesi e 600 euro di multa la sua complice. Per quanto riguarda il risarcimento del danno, i due imputati sono stati rimessi al giudice civile. Intanto in sede penale la provvisionale è stata fissata a 35mila euro per entrambe le parti civili, ovvero l’imprenditore e la moglie, riconosciuti come vittime di un raggiro di una certa entità.
Secondo la Procura, infatti, la truffa ammontava a 215mila euro. Tutto ruotava intorno ad un ristorante a Londra. I due commercianti lucchesi (operanti in tutt’altro settore) avevano effettuato, nel 2014, un consistente investimento per l’apertura dell’attività, da destinare poi alla loro figlia. C. e A. sono stati riconosciuti come i garanti del progetto.
In pratica i due, secondo l’accusa, si erano occupati di fare da tramite per i capitali con una società in Inghilterra, dove abitavano, costituita ad hoc. Le somme, versate in più rate, dovevano servire alla redazione del business plan, all’acquisto di arredi, materie prime e depliant pubblicitari. Ma nulla di tutto ciò è stato mai concretizzato e il ristorante non ha mai aperto i battenti. Così, di fronte alle numerose richieste di risarcimento da parte degli imprenditori lucchesi, una volta naufragato il sogno londinese, C. aveva consegnato un assegno di 215mila sterline.
Peccato che quando il commerciante aveva cercato di incassare l’assegno, nel marzo 2016, è venuto fuori che era scoperto, e che quei soldi sul conto non c’erano. A quel punto, la famiglia lucchese, non ha potuto fare altro che denunciare l’accaduto. I due imputati hanno fin da subito negato di essersi intascati quei soldi, dando una ricostruzione diversa della vicenda secondo la quale, sostanzialmente, si sarebbe trattato di un investimento andato male. Ma il giudice, pochi giorni fa ha riconosciuto la truffa e ha condannato entrambi mettendo, almeno per il momento, la parola fine.
Teresa Scarcella