Comitato, Pardini prova a mediare “Buon senso e lavoro di squadra“

Il sindaco tenta di ricomporre dopo i violenti scontri dei giorni scorsi: "La soluzione non è far dimettere Veronesi e il problema non è politico, il Comune non ha mai fatto mancare la presenza"

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Lavoro di squadra, senza puntare il dito verso nessuno. È questa secondo il sindaco Mario Pardini la formula "magica" per mettere in moto la macchina, in panne, del comitato per le celebrazioni pucciniane. Chiamato in causa da Andrea Marcucci sul suo impegno a far funzionare le cose, risponde: "Il Comune di Lucca non ha mai fatto mancare la presenza, elemento imprescindibile per aprire un dialogo – afferma, redarguendo chi invece ha disertato le riunioni – chi non viene non si impegna a farlo funzionare".

D’altronde per uno diplomatico come lui, il miglior modo per risolvere i problemi è parlarne e per parlarne bisogna esserci. "Per metterci impegno bisogna venire alle riunioni e porre sul tavolo le questioni. Come sindaci siamo uniti, anche se c’è tra noi chi ha chiesto le dimissioni di Veronesi e chi no, ma l’obiettivo comune è che il comitato funzioni. L’errore è stato personalizzare il problema. Non è colpa del singolo, (ovvero Veronesi, ndr) il presidente ha un ruolo importante, ma non decide da solo. Il metodo va risolto tutti insieme, cosa che abbiamo provato a fare svariate volte, compresa l’ultima".

Si riferisce all’incontro avvenuto lunedì sera, al quale ha partecipato poco più della metà del comitato: "Ha avuto risultati non negativi, ma se saranno positivi si vedranno nelle prossime riunioni. Siamo tutti d’accordo che ci vuole un metodo pulito, trasparente, che parta dalle istanze del territorio in via della funzione finale che è valorizzare i luoghi di Puccini. E per valorizzare i luoghi dovremmo sentire in primis chi li rappresenta, quindi i sindaci. Dovrebbe esserci una rappresentatività territoriale garantita dai sindaci e dai presidenti della Provincia e della Regione, affiancati dalle Fondazioni e dagli esponenti della cultura. Il problema è che si è tutto incartato".

Ma la soluzione, secondo Pardini, non si trova nel far dimettere Veronesi: "Se parliamo di metodo non possiamo pensare che cambiando una persona si risolva, la direzione la decide il comitato intero e ad oggi è mancata l’unità di intenti. Spero che si faccia prevalere il buon senso e che la questione non diventi, come sta diventando, di natura politica".

A proposito di politica, Pardini non si nasconde dietro un dito sul fatto che questo mese (scarso) di campagna elettorale in Lombardia che vedrà impegnato il presidente Veronesi porterà via del tempo prezioso al comitato, che di tempo ne ha già perso abbastanza. "Di questo se n’è parlato nelle riunioni e sono state date delle proposte efficaci, ma non voglio entrare nel merito visto il connotato riservato".

Segrete che siano le riunioni, prima o poi verrà fuori qualcosa da mostrare all’esterno, o almeno è ciò che si spera.

Teresa Scarcella