DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Chiesta assoluzione per Aragona e Di Martino

Processo tallio, secondo il pm non sono provati i danni alla salute. La dirigente Asl rischia 4 mesi per omissione di atti d’ufficio

di Daniele Masseglia

Nessuna prova che le concentrazioni di tallio nell’acquedotto di Valdicastello fossero tali da arrecare danni alla salute delle persone. E’ la conclusione a cui è giunto il pm del Tribunale di Lucca Lucia Rugani, la quale per questo motivo ha chiesto l’assoluzione per Francesco Di Martino (Gaia) e Ida Aragona (Asl) dall’accusa di avvelenamento colposo delle acque destinate al consumo umano. Quanto invece al reato di omissione di atti d’ufficio, contestato alla sola Aragona, il pm ha chiesto 4 mesi di reclusione e 100 euro di multa, con la condizionale (pena sospesa). Il nuovo capitolo sul caso tallio, emergenza scoppiata nell’ottobre 2014, è stato scritto ieri alla penultima udienza del processo.

Il collegio, presieduto dal giudice Gerardo Boragine, ha ascoltato l’ultimo consulente dell’avvocato Sandro Guerra (difensore di Aragona), ossia il direttore del centro antiveleni dell’istituto “Maugeri“ di Pavia Carlo Locatelli, dopo di che è iniziata la discussione con il pm Rugani e gli avvocati delle parti civili Luca Nannizzi, Damiano Pucci e Andrea Giannecchini. Quest’ultimi, insieme agli esponenti del “Comitato tallio Valdicastello“ presenti in aula, hanno sgranato gli occhi quando la Rugani ha chiesto l’assoluzione per Aragona e Di Martino. "Ovviamente – commentano a caldo i legali – non possiamo che contestare le conclusioni della pm in tema di avvelenamento in quanto riteniamo che le consulenze abbiano dimostrato che le concentrazioni di tallio in realtà potevano causare un pregiudizio alla salute umana". La richiesta di condanna per Aragona per omissione è motivata invece dal fatto che secondo il pm l’Asl avrebbe dovuto effettuare una ricerca supplementare per quelle sostanze, come il tallio, che non vengono campionate di routine ma di cui si sospetta la presenza. Il riferimento è alla mail con cui Arpat nel maggio 2013 comunicò ad Asl e Gaia gli studi sulla presenza del tallio a Valdicastello senza però che Aragona si attivasse. "In questo processo infinito – obietta Guerra – abbiamo sempre fornito tutti gli atti richiesti, quindi non capisco dove sia l’omissione. Una conclusione che riteniamo sorprendente: il 31 marzo faremo una discussione battagliera. L’assoluzione è invece la logica conseguenza di chi ha ben studiato le carte". All’udienza finale del 31 marzo discuteranno gli altri due avvocati delle parti civili Gabriele Dalle Luche e Letizia Bertolucci, poi toccherà a quelli dei responsabili civili (Asl e Gaia) e degli imputati. Sulla sentenza c’è chi ritiene che verrà letta subito dopo, altri invece parlano di aprile. Staremo a vedere.