REDAZIONE LUCCA

"Chiederemo i danni al Comune"

Parla l’avvocato della Piadineria da Lorè, colpita dall’ordinanza del sindaco che impone la chiusura anticipata

"Chiederemo i danni al Comune per i giorni di lavoro perso". A parlare è l’avvocato Laura Razetto del foro di Genova, legale rappresentante della Piadineria da Lorè, il locale sulla via Provinciale che è stato colpito dall’ordinanza del sindaco che ne ha imposto la chiusura alle 1,30 e la riapertura alle 7 fino al 5 agosto, a seguito di esposti di residenti per schiamazzi, sporcizia e musica alta durante la notte da parte di giovani in strada. I titolari hanno infatti già presentato ricorso in autotutela per l’annullamento del provvedimento "dato che – motiva l’avvocato Razetto – a nostro avviso è atto arbitrario e il contenuto è infondato, visto che mai è stato accertato che queste persone che stazionano siano avventori della piadineria. E ci riserviamo di chiedere i danni per la mancata attività in questi giorni di alta stagione". La questione delle frizioni tra residenti e il locale è ormai arcinota: già dallo scorso anno ci sono state segnalazioni ed esposti per rumori e sporcizia nei pressi della piadineria, l’unica ad avere la licenza per stare aperta fino al mattino.

"Il Comune – illustra l’avvocato – pretende che il titolare faccia mantenere la tranquillità e sicurezza sulla strada. Già lo scorso anno a sue spese ha ingaggiato ad agosto guardie giurate presenti ogni sabato e domenica. Ma quando i vigilantes ammonivano i ragazzi in strada, che non necessariamente erano avventori del locale, si sono trovati ad essere aggrediti verbalmente dato che in effetti non avevano potere di intervento su una pubblica via e più volte hanno chiesto l’intervento di polizia e vigili. Gli esposti dei residenti fanno espressamente riferimento a rifiuti, urla, musica alta delle auto: niente di tutto questo però avviene all’interno del locale e non ci sono prove di un nesso causale. Inoltre il titolare della piadineria alla chiusura provvede sempre a ripulire il tratto di strada antistante, anche se non gli compete di certo. Ovviamente il termine dei 30 giorni per presentare ricorso al Tar non favorisce il salvataggio della stagione e così abbiamo presentato ricorso in autotutela visto che quell’ordinanza è stata notificata il mattino per la sera stessa, ledendo il diritto alla difesa per il mio assistito". L’avvocato Razetto anticipa poi la richiesta danni "dato che, pur comprendendo la necessità di garantire la tranquillità ai villeggianti, in una loclaità turistica è fondamentale tutelare il diritto al lavoro, soprattutto dopo le chiusure per covid". "Tra l’altro – conclude – lunedì scorso il mio cliente ha chiesto di incontrare il sindaco per trovare una soluzione. Ma lui si è rifiutato di riceverlo".

Francesca Navari