
Casinò
Lucca, 22 giugno 2015 - Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza della Corte dei Conti, sezione giurisdizionale della Regione Toscana, sulla vicenda dell’aperturà del casinò di Bagni di Lucca che tanto clamore ha suscitato negli anni. Una vicenda che risale all’11 settembre 1981, quando l’antica casa da gioco venne riaperta simbolicamente fra le ore 17,40 e le 18,02, poi venne chiusa dall’intervento della Polizia che aveva disposto il sequestro delle attrezzature e sigillato i locali.
A distanza di 34 anni Enzo Tintori, all’epoca sindaco di Bagni di Lucca, Pilade Togneri e Giorgio Paladini assessori comunali, e Pierluigi Importuno segretario comunale di Bagni di Lucca erano ritenuti responsabili di un danno all’Erario del Comune di Bagni di Lucca pari a 196.739,38 euro o di altro importo accertato in corso di causa, oltre interessi legali e spese di giudizio. Insomma, una maxi-multa.
Ma la sentenza della Corte dei Conti, sulla domanda proposta dal vice procuratore generale, respinta ogni contraria istanza ed eccezione, è stata dichiarata estinta per tardiva riassunzione. Si chiude dunque una vicenda aperta con la contestazione, da parte del nucleo di Polizia tributaria di Lucca, con il verbale del 19 settembre 1981 della violazione del decreto 641/1972, relativo al pagamento della tassa di concessione governativa per l’apertura di una casa da gioco e con successivo verbale di accertamento del 21 settembre 1981 con il quale era stato quantificato l’importo da versare nella somma di 152.122.000 lire a carico del Comune di Bagni di Lucca e del sindaco dell’epoca, Enzo Tintori. Nel maggio 2000 il consiglio comunale di Bagni di Lucca aveva individuato i responsabili del debito in Enzo Tintori, nella qualità di sindaco, e negli assessori Paladini e Togneri, mentre altri due assessori, presenti alla seduta in cui venne decisa l’apertura del casinò, nel frattempo erano deceduti.