Auto e moto pagate col reddito di cittadinanza

Smascherati da Inps e Procura una decina di “furbetti“ tra Lucca e Versilia. Avevano dichiarato il falso nella domanda. Devono restituire 30mila euro

Stavolta è toccato all’Inps, ma molti casi sono stati scoperti dai finanzieri

Stavolta è toccato all’Inps, ma molti casi sono stati scoperti dai finanzieri

Lucca e Versilia, 21 settembre 2021 - Ancora una raffica di denunce penali e processo in arrivo per i “furbetti“ del reddito di cittadinanza, chiamati intanto a restituire le somme percepite indebitamente e uitilizzate per pagare moto e auto nuove.

A mettere nei guai un’altra decina di persone sono stati i nuovi controlli incrociati effrettuati dall’Inps e confrontati poi con i dati del Pra. E’ emerso infatti che questi cittadini avevano acquistato auto o ciclomotori poco prima di presentare domanda per il reddito di cittadinanza, violando quindi esplicitamente le norme della specifica legge e dichiarando il falso all’atto della presentazione. In pratica avevano trovato il modo di pagare le rate di auto e moto proprio con il sussidio statale.

La Procura ha inviato a tutti gli avvisi di chiusura delle indagini preliminari e adesso finiranno a processo una decina di soggetti lucchesi e versiliesi, fra i 30 e 55 anni di età, che complessivamente dovranno restituire alle casse dell’Inps una somma intorno ai 30mila euro.

Le singole situazioni presentano ovviamente differenze anche sostanziose a livello di somme da restituire, ma si assomigliano tutte nelle modalità di raggiro ai danni dell’Inps. Ad esempio una cinquantenne versiliese njel maggio 2019 aveva presentato domanda di reddito di cittadinanza “dimendicando“ però di aver acquistato un mese prima una Ford da 14mila euro: adesso, oltre al penale, dovrà anche ridare indietro i 4.400 euro che ha incassato. Dovrà invece restiutire oltre 10mila euro un’automobilista lucchese che aveva acquistato una Fiat da 16mila euro. Altri 10mila euro dovrà invece darli indietro all’Inps un 50enne lucchese che nel marzo 2019 aveva acquuistato una Mitsubishi, per poi chiedere il reddito di cittadinanza due mesi dopo, dichiarando anche nqui di non aver acquistato auto o moto da oltre sei mesi.

Abbastanza clamoroso il caso di una donna lucchese di quarant’anni che a novembre aveva acquistato una Ford da 31mila euro. La sua domanda presentata il mese successivo era stata accolta, ma l’Inps si era accorta dell’acquisto e aveva subito bloccato il tutto. Non prima però di avela segnalata per il reato commesso.

A smascherare queste irregolarità è stato proprio l’incrocio fra i dati di chi percepisce il reddito di cittadinanza e quello delle immatricolazioni di auto e moto. La legge in questione permette di accedere ai benefici del reddito solo se non si è acquistata (direttamente o nel nucleo familiare) un’auto nuova qualsiasi nei sei mesi precedenti oppure un’auto sopra i 1600 cc o una moto sopra i 250 cc nei due anni precedenti. Tutti quanti rischiano ora una condanna dai due ai sei anni di reclusione.