Aumento dei costi dell’energia elettrica, Confindustria lancia l’allarme

Il presidente Daniele Matteini: "Le imprese devono restare in piedi, dalla loro sopravvivenza passa la tenuta sociale"

L’aumento dei costi dell’energia si è abbattuto, in questo ultimo anno, su famiglie e imprese. Complici anche la pandemia e la guerra in Ucraina, che ha portato a uno scontro diplomatico con la Russia che al momento rappresenta il maggiore fornitore di gas per il nostro Paese, i prezzi dell’energia sono saliti vertiginosamente. Daniele Matteini, presidente di Confindustria Toscana Nord, sottolinea come la politica nazionale ed europea sia chiamata a fare il suo dovere ora più che mai per dare sollievo alle aziende.

"Ogni giorno che passa il tema energia si fa sempre più scottante - afferma - . Anche nelle occasioni di modesto arretramento della quotazione del gas, che si trascina dietro anche l’energia, non c’è affatto motivo per rasserenarsi: in una situazione così instabile, le criticità rimangono al massimo livello. Criticità che non riguardano solo l’entità dei prezzi, ma anche questioni a monte come la stipula di nuovi contratti: i fornitori sono talvolta titubanti a sottoscriverli nel timore di non riuscire a garantire le forniture. L’Italia deve essere pronta a tutto: le improvvisazioni non sono accettabili, campagna elettorale o no. Le imprese devono rimanere in piedi, in quanto dalla loro sopravvivenza, voglio ricordarlo perché sono in troppi a dimenticarselo, passa anche la tenuta sociale. Se le imprese chiudono, i dipendenti, quelli stessi che a loro volta, purtroppo, hanno problemi a far fronte a bollette domestiche, vanno a casa. Quello che le imprese chiedono deve essere visto anche, o forse soprattutto, in questa chiave. Le chiusure, non solo per brevi periodi, ma anche definitive, sono prospettive quanto mai realistiche".

"Chiediamo che energia e gas siano considerate per quello che sono - aggiunge Matteini - : fattori competitivi essenziali. Finora in Italia non si è ragionato così e gli effetti si vedono: il nostro Paese ha i costi per l’energia elettrica non domestica fra i più alti d’Europa, resi ancora più gravosi da un trattamento fiscale a sua volta penalizzante. Come si fa a competere sui mercati internazionali in queste condizioni, anche ammesso che ci si faccia a non chiudere i battenti?".

"Diciamo quindi sì al piano di razionamento che chiede il presidente di Confindustria Bonomi, ovviamente da vedere come una extrema ratio in caso di gravi problemi di disponibilità; sì a un price cap che tenga conto delle priorità dell’economia nazionale, o ancor meglio a provvedimenti in questa direzione a livello europeo; sì ad analisi che - conclude - , nel rispetto delle regole del mercato, individuino e neutralizzino fattori speculativi. La situazione è così grave che la politica europea e nazionale non deve lasciare nulla di intentato. Personalmente non mi farei un tabù, anche se capisco le remore in proposito, nemmeno di finalizzare l’extra gettito delle imprese fornitrici ad alleviare in maniera diretta o indiretta, immediata o differita nel tempo, i disagi che imprese e famiglie stanno vivendo. E’ il momento di mettere sul tavolo tutte le carte possibili, nessuna esclusa".