Il giudice Gianluca Massaro ha assolto “per non aver commesso il fatto“ un medico ultra sessantenne dell’ospedale San Luca e un’amica 48enne, finiti sotto processo con l’accusa di aver spiato i dati sanitari personali di una paziente di un altro reparto, accedendo in modo abusivo alla sua cartella clinica per carpire alcune informazioni molto delicate sulle sue condizioni di salute, e in particolare su un intervento cui si era sottoposta in passato. Ma alla fine del lungo processo lo stesso pubblico ministero Lucia Rugani aveva chiesto l’assoluzione di entrambi gli imputati, ritenendo che mancassero porve certe delle rispettive responsabilità.
Secondo l’accusa che aveva portato a giudizio entrambi, il medico aveva materialmente fatto accesso dal suo computer ai dati riservati su richiesta dell’amica che gli aveva commissionato il “favore” di spiare i dati della donna, a quanto pare rivale in amore. Il tutto non giustificato da alcuna motivazione professionale, anche perché il medico è specializzato in un altro ambito.
La clamorosa vicenda risale alla primavera 2018 ed era emersa nell’ambito di una precedente inchiesta della questura di Lucca, che indagava su alcune presunte attività illecite di un poliziotto poi sospeso in via cautelativa dal servizio. Da alcune intercettazioni era saltato fuori un misterioso accesso abusivo ai dati sanitari di una donna oggetto delle attenzioni del poliziotto e a quel punto, approfondendo la questione, era emerso il clamoroso coinvolgimento del medico del San Luca. Il poliziotto aveva patteggiato a suo tempo una pena minima, uscendo dal processo.
Secondo gli elementi raccolti dalle indagini di polizia, qualcuno aveva effettivamente effettuato un accesso abusivo alla cartella clinica di quella paziente utilizzando il pc portatile del medico in ospedale, ma quella mattina il professionista era stato impegnato per alcune ore in sala operatoria. Un dato che rende improbabile e comunque non provata una sua responsabilità e quella dell’amica. Da qui la duplice assoluzione.
P.Pac.