REDAZIONE LUCCA

Archivio Puccini, un’autentica miniera d’oro

Sono oltre 30mila i documenti custoditi dalla Fondazione Simonetta Puccini di Torre del Lago che ridisegnano la vita del Maestro

“Or per un bacio tuo getto un tesoro!” Così parlò Jack Rance, lo sceriffo che sarà sconfitto in amore nel primo atto della “Fanciulla del West”, uno dei dodici tesori operistici consegnati all’umanità da Giacomo Puccini. Ma il compositore lucchese ha “gettato” ai posteri un altro tesoro di immenso valore documentario: l’archivio custodito nella sua dimora di Torre del Lago. Uno scrigno prezioso, un’autentica miniera d’oro per qualità e quantità. Le cifre parlano da sole: 35.000 documenti, riordinati grazie al sostegno della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana.

Una mole impressionante di carte che ridisegna in maniera capillare la vasta mappa di relazioni intessuta dal compositore lucchese, densa di spunti per scandagliarne la poliedrica personalità.

"Villa Puccini – evidenzia Patrizia Mavilla, direttrice della Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini di Torre del Lago – diventa museo subito dopo la morte del Maestro e attraverso l’originalità degli ambienti, i mobili e gli oggetti e i suoi documenti, è un raro esempio di completezza di linguaggio. È la narrazione per eccellenza di Giacomo Puccini. Questo linguaggio nasce dal dialogo che le carte di Archivio e gli oggetti intessono fra loro. Le lettere, i documenti, le fatture di acquisto, le fotografie, i libri, gli appunti musicali che compongono il fondo dell’Archivio Puccini, parlano con gli oggetti e con la casa e permettono di ricostruire l’importantissimo processo compositivo attraverso il quale è possibile approfondire i suoi lavori e dare nuove letture alla sua composizione".

Un Archivio unico al mondo che rappresenta un omaggio alla memoria storica di Puccini, ma anche a quella della sua unica nipote, Simonetta Puccini, colei che tanto si spese per la diffusione e il consolidamento del mito pucciniano. "Simonetta – sottolinea il professor Giovanni Godi, presidente della Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini – pochi mesi prima della sua scomparsa, nominò il Consiglio di Amministrazione e la Direzione del Museo, ai quali affidò la rinnovata Fondazione che prende il nome di Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini. La Fondazione ha portato a termine i progetti e le iniziative pensate e volute dalla donatrice: far sorgere accanto alla Villa i nuovi uffici, la biblioteca, l’archivio e un auditorium che porta il suo nome. L’Archivio Puccini si trova in un caveau di ultima generazione ed è a disposizione degli studiosi che settimanalmente accedono alla sala studio per consultare questo vastissimo patrimonio che ci è stato affidato".

Sulla valenza più strettamente musicologica dell’Archivio Puccini si sofferma il professor Claudio Toscani, professore di storia del melodramma e filologia musicale all’Università degli studi di Milano e membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Simonetta Puccini. "Disporre dell’archivio personale di Giacomo Puccini – rileva – offre oggi agli studiosi possibilità inaspettate. La fitta corrispondenza con parenti, amici, collaboratori o semplici conoscenti è una miniera di informazioni per i biografi, che possono ricostruire la vita di Puccini quasi giorno per giorno. Il materiale fotografico restituisce un’immagine molto vivida del mondo di quell’epoca. I materiali di lavoro aprono una finestra sull’officina del compositore e ci permettono di comprendere meglio il suo processo creativo. Le partiture della Biblioteca degli Antenati costituiscono un altro fondo prezioso, che testimonia il lavoro delle quattro generazioni di musicisti dalle quali Giacomo discende".

Un centenario ormai alle porte, quello del 2024, che ci riconsegnerà un Puccini da riscoprire nella sua complessità artistica ed esistenziale. E alla celeberrima “Isola del tesoro” raccontata da Stevenson si andrà ad affiancare “Il Lago del tesoro”, come a dire l’imprenscindibile Archivio del cantore di Mimì sedimentatosi sulla sponda incantata del Massaciuccoli.

Maurizio Sessa