Il reparto si chiama “Obi“, letteralmente “Osservazione breve intensiva“. L’osservazione, in realtà, si è prolungata la bellezza di 13 giorni per la mamma di una lettrice che ci informa circa un calvario, ancora non terminato, che ha avuto inizio al San Luca il 9 novembre scorso. “Mia mamma, 77 anni, è entrata al pronto soccorso, ed è stata 24 ore in barella, dopo essere stata in preda a forti dolori addominali – racconta la nostra lettrice –. Sembrava avesse un’infezione urinaria, che pare passata. Ma ora sembra che si subentrata un’infezione al pancreas. Il problema è che ogni giorno, ogni turno, cambia dottore e non si riesce a capirci più nulla. Sto perdendo la pazienza, ammetto, ma ti ci portano. Mi hanno detto che sono aggressiva: direi piuttosto che sono stanca, e anche esterrefatta di fronte a ciò che sta succedendo“.
“Non so più chi ha in cura mia madre e per cosa. Dopo 13 giorni ancora non si parla di trasferirla in un reparto specializzato, mi rispondono che non ci sono letti liberi. Una dottoressa mi ha detto che se voglio senta pure in altri ospedali, però loro la responsabilità di dimetterla dal San Luca evidentemente non se la vogliono prendere“. Una storia come altre, purtroppo, in cui tutto appare in salita. “Già al pronto soccorso mi sono trovata con mia madre, da ore sulla barella nel corridoio, che chiedeva un po’ di acqua senza che nessuno la considerasse. Ci ho pensato io. C’era pieno di gente, sui letti nel corridoio e nelle stanze, mai avrei pensato di vedere una scena simile nel nostro ospedale“. Giorni difficili, senza poter sapere quando ci potrà essere una svolta. “Non la dimettono, nè la ricoverano in un reparto. La tengono in un limbo che francamente non ci fa stare tranquilli. Capisco tutte le difficoltà anche oggettive, la carenza di personale di cui si legge sui giornali di queste settimane, e anche la carenza di posti letto del San Luca che sto toccando con mano. Ma non è questo il modo di assistere una persona di 77 anni – sottolinea la figlia della signora – che oltre tutto ha varie problematiche, tra cui un’anemia che deve essere curata con alcune punture da fare settimanalmente. E ho dovuto provvedere io a portarle“.