Annibale, le battaglie contro i Romani e i cedri

Annibale sconfiggeva i Romani grazie a tattiche subdole, ma fu tradito e perse a Zama. Divenne un ecomostro, ma era anche un esperto agricoltore.

Perché Annibale vinceva sempre contro i Romani? Semplice perché era un militare subdolo ed ingannevole. Le centurie romane erano abituate a schierarsi di faccia al nemico in campo aperto e lottare fino alla fine. Annibale invece adottava tecniche ingannevoli quali finte fughe, cortine di fumo, ritirate ingannevoli; grazie a tutto questo nella battaglia di Canne uccise in un giorno solo 60.000 romani con pochissime perdite fra i suoi. Perse a Zama contro Scipione perché fu tradito dalla cavalleria numida ansiosa di allearsi con i Romani dopo le violente repressioni di Annibale nelle loro terre.

Il tutto gli creò una fama iniqua e poco garbata mentre Scipione rimane un eroe per sempre (troviamo l’elmo di Scipio addirittura nell’Inno di Mameli). E Annibale fu anche un ecomostro; da tempo aveva intuito che i Cartaginesi non lo amavano più; si trasferì quindi alla corte di Re Antioco di Bitinia noto nemico dei Romani; il suo contributo militare a favore di questo re fu immenso e delinquenziale.

Egli infatti fu il primo a lanciare al di là delle mura delle città nemiche di Antioco cadaveri di gente morte per peste. Nelle città assediate si scatenava quindi la peste, nemico più pericoloso delle frecce. Per non parlare dei vasi pieni di vipere gettate con una catapulta addosso all’esercito nemico. Ma tutta la sua personalità era varia ed affascinante. Pochi sanno che fu un tecnico agrario coltissimo capace di impiantare nella sua Cartagine splendide e nuove varietà di olivi e limoni le cui cultivar sono usate anche adesso dopo duemila anni, ad esempio il limone sfusato o l’ulivo cipressino.

Fu inoltre un fautore degli impianti arborei estensivi del cedro, il più antico agrume del mondo. Sua la ricetta di fette di cedro intinto nel miele quale pasto antico ed energizzante. Attualmente questo meraviglioso frutto non lo mangia più nessuno; peccato la sua scorza spessa e bianca chiamata albedo è ricchissima in steroli molecole capaci di abbassare fortemente la colesterolemia.