
Non si era mai cimentato sulle vette della poesia, pur essendo un profondo conoscitore della letteratura: per Vincenzo Placido è giunto il momento di prendere una penna e descrivere la bellezza della poesia, quella di uno dei suoi più grandi interpreti: Giovanni Pascoli. Dopo due lavori dedicati alla cinematografia, sua vera passione, Placido si è cimentato con "Zvanì. Il fanciullino di casa Pascoli" (edizioni Tralerighe). Il libro sarà presentato oggi alle 21 a Castelnuovo nella rassegna Vivere Castelnuovo. Parteciperanno l’ex presidente del Senato, Marcello Pera, insieme al sindaco di Castelnuovo, Andrea Tagliasacchi, al presidente della Fondazione Pascoli, Alessandro Adami e all’editore Andrea Giannasi. Un’occasione per riaccostarsi a un mostro sacro della poesia spesso sottovalutato, come ricorda l’autore.
"Pascoli è un poeta tutto ancora da scoprire: nel ventennio fascista fu considerato come il poeta del focolare e non lo era, poi, dopo la guerra, come un artista che aveva ben poco da dire, quasi un poeta delle piccole cose. Lo ha scoperto Pasolini, ma la novità delle sue poesie fa di lui l’avanguardia dei poeti del ‘900: fa da guida a Ungaretti e Montale e a tanti altri. E’, insieme a D’Annunzio, il padre italiano della poesia del secolo scorso".
Quali sono le linee che hanno ispirato il suo libro?
Mi sono cimentato in una profondità dell’animo tutta da scoprire. I lutti, a partire da quello della madre, hanno segnato Pascoli e la sua poesia e sono alla base di certe sue ‘stranezze’ dal punto di vista affettivo. Alcune poesie turbano, ma scoprire Pascoli è una cosa meravigliosa. Non ho spiato dal buco della serratura, se era in grado di amare oppure no o su quale fosse il rapporto con le sorelle: ho guardato dentro Pascoli.
Come nasce il libro, il primo del genere, per lei?
E’ un lavoro che nasce insieme alle riflessioni con i miei alunni. E del resto, non sono un critico letterario né un ricercatore, ma un ex professore. Non è un saggio, né un romanzo, ma vuole essere uno stimolo per amare la poesia, soprattutto da parte dei giovani che paiono averla persa di vista, eppure è l’arte dello spirito.
Fabrizio Vincenti