"Alta formazione? L’artigianato artistico siamo noi"

Il nuovo istituto non convince. Galleni, che rivendica. il ruolo delle botteghe

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"Ben venga l’Istituto di alta formazione, ma l’artigianato artistico è rappresentato dalle nostre botteghe". Intervento che porta la firma del noto scultore Massimo Galleni (nella foto) dopo la recente presentazione in municipio dell’Istituto di alta formazione per l’artigianato artistico promosso da Cna con l’adesione del Comune e il coinvolgimento di vari soggetti. "In 40 anni di lavoro – spiega – ho percorso le giuste strade per diventare operaio specializzato e poi datore di lavoro formando apprendisti diventati oggi operai qualificati. Il nostro mestiere si può imparare solo in bottega a contatto con gli operai e seguiti dal datore di lavoro, apprendendo con il tempo non solo le tecniche tradizionali e innovative ma anche le malizie e quei trucchi del mestiere utili a tenere alta la qualità del lavoro".

Galleni, tra i fondatori di Artigianart, ricorda i corsi di formazioni organizzati a suo tempo con Versilia format, Comune e Bcc portando all’interno delle botteghe di marmo, bronzo e mosaico giovani che poi sono stati assunti in azienda. "In questi anni abbiamo lanciato un grido d’allarme sul futuro di questi mestieri – prosegue – che rischiano di scomparire perché c’è poco ricambio generazionale in quanto il ’saper fare’ con le mani non è degnamente promosso dalle istituzioni e dalle scuole. L’istituto tecnico superiore promosso da Cna, che avrà bisogno di almeno 25 iscritti l’anno, i quali pagheranno una quota d’iscrizione e faranno due anni di corso più 800 ore in azienda, a mio parere è erroneamente presentato come centro di formazione per l’artigianato artistico. Ben venga l’Its, ma il percorso per formare manodopera giovane è ben altro, meno costoso e più semplice di quanto sembra, basta volerlo fare. Non metteteci un vestito addosso che non è il nostro".

d.m.