
Il grosso tiglio spezzatosi alla base per il vento durante il breve temporale di venerdì p
Lucca, 26 luglio 2020 - Uno alto quasi 20 metri caduto di schianto, fortunatamente senza conseguenze, un altro gemello da abbattere: è questo il bilancio per gli alberi delle Mura dopo la giornata di maltempo di venerdì. Accanto al grande tiglio di 20 metri di altezza che è crollato nella zona di Porta San Donato, il sopralluogo dei tecnici compiuto ieri ha evidenziato problemi anche per una pianta vicina, le cui radici hanno subito uno spostamento che renderà inevitabile il suo abbattimento per motivi di sicurezza. Il sopralluogo dei tecnici comunali, della dirigente Antonella Giannini e dell’assessore ai Lavori Pubblici, Celestino Marchini, con l’agronoma, Letizia Cipresso, ha anche confermato che l’albero caduto godeva di buona salute: era privo di carie, di malattie fungine o di altre patologie visibili e il colletto era in ottime condizioni. Anche le radici nei punti di rottura sono apparse in salute: l’esemplare non mostrava in sostanza alcun segno di sofferenza o instabilità tanto da non essere stato incluso nella lista delle piante su cui effettuare esami più approfonditi. Eppure il tronco è stato divelto per intero rompendo le radici: un vero e proprio schianto, fortunatamente senza conseguenze per cose e persone.
Cosa ha causato la caduta, allora? "Il tiglio – spiega una nota del Comune – è quindi caduto per un evento estremo, una raffica di vento particolarmente forte, nella fase iniziale del temporale, che si è insinuata nel varco lasciato dalla vicinanza di un tiglio molto più piccolo e basso: questo ha determinato un forte effetto vela sulla chioma molto alta e ampia dell’albero caduto. La forza del vento e la salubrità delle radici è evidenziata anche dal fatto che il crollo ha determinato il sollevamento del terreno intorno che ha tolto stabilità a un albero vicino che dovrà essere abbattuto". Da lunedì saranno condotte verifiche sulla stabilità degli altri alberi della cortina molti dei quali di dimensioni notevoli. Allo studio c’è anche l’ipotesi di collocare dei sensori per effettuare test dinamici in particolari condizioni climatiche e meteorologiche. "Si tratta di una tecnica – spiega l’assessore Marchini – per rendere ancora più stringenti i controlli e verificare eventuali modifiche sulla stabilità delle radici per garantire una risposta immediata a eventuali situazioni di pericolo". Fabrizio Vincenti © RIPRODUZIONE RISERVATA