
Una coppia di giovani fidanzati in una foto d’archivio
Lucca, 27 giugno 2025 – Nel 2024 circa la metà degli adolescenti della Piana di Lucca si è rivolta al Consultorio giovani. Questo significa che il 45,21 per cento di ragazze e ragazzi residenti nel territorio di età compresa tra i 14 e i 24 anni – cui si devono sommare, dopo la riorganizzazione strutturale che ha anticipato l’età minima di ingresso, anche i tredicenni – ha sentito il bisogno di parlare con un’equipe professionista per sciogliere i nodi della vita sessuale e affettiva, per essere ascoltata o per avere una parola di conforto.
Da qui, dunque, l’efficacia dei progetti portati avanti nelle scuole secondarie di primo grado dalle operatrici dell’Unità funzionale consultoriale e dal personale dell’Educazione e promozione alla salute dell’Asl Toscana nord ovest, che hanno coinvolto 35 classi per un totale di circa mille studenti interessati. Un intervento nuovo, sempre più richiesto dagli istituti, che si inserisce nell’area tematica ‘Affettività e sessualità’ proposta dalla Regione Toscana. Non una mera unità didattica, ma una vera e propria azione di cura sociale.
L’obiettivo principale di questi progetti è infatti quello di far acquisire a ragazzi e ragazze conoscenze e competenze sui temi legati alla salute riproduttiva e all’educazione sentimentale e affettiva. Il tutto attraverso il confronto e il dialogo su questioni legate al corpo, all’identità sessuale, alla relazione di coppia, alla violenza di genere, alla preservazione della fertilità, alla contraccezione e alle malattie sessualmente trasmissibili. Competenze che vengono veicolate tra coetanei, grazie a macrogruppi di ‘peer educator’ – e cioè di educatori alla pari – formati dagli operatori sanitari per illustrare anche le opportunità territoriali offerte dalle strutture di ascolto, in modo da orientare al meglio le esigenze dei compagni di classe senza alcun tipo di giudizio. Alle lezioni ‘teoriche’ si affiancano così quelle vere e proprie di presentazione delle attività quotidiane portate avanti nei Consultori giovani, in modo da favorire, anche attraverso la conoscenza diretta dei professionisti, l’accesso ai servizi.
Questo perché, come testimoniano i numeri, quando un ragazzo o una ragazza sa che il consultorio esiste, ha un nome, un volto e una voce, è più facile che vada a cercarlo. È più semplice, però, instaurare un rapporto di fiducia con la struttura e i suoi operatori, se questi sono stati incontrati prima. Non nel momento del bisogno, ma in quello della formazione. E qui, dunque, entra in gioco il consultorio come ‘ponte’ di una scuola capace di promuovere i corretti stili di vita attraverso un linguaggio emotivo, in un mondo che spesso veicola messaggi distorti, che non sempre anche gli adulti riescono a decodificare.
Proprio per questo nel 2025 sono stati organizzati, sempre in collaborazione tra Unità funzionale consultoriale e Unità operativa educazione e promozione della salute dell’azienda sanitaria anche dei gruppi per genitori e per docenti, proprio per ‘fare squadra’ su una tematica complessa e sfaccettata come può essere quella legata alla sessualità e all’affettività.