
di Daniele Masseglia
C’è un terzo addio che sta accompagnando la lunga pagina di storia degli ex laboratori Luisi, in via Sant’Agostino a Porta a Lucca. La vendita degli immobili e la previsione di nuovi appartamenti non coinvolge solo la gipsoteca e la decennale esperienza della “Polveriera“, ma anche l’immobile accanto che da 47 anni ospita la casa-studio della scultrice Lucilla Gattini. Con la sua chiusura, imminente anche se mancano date ufficiali, la Piccola Atene perderà l’ultimo grande laboratorio del centro storico: la fine di un’epoca.
La scultrice fiorentina aveva solo 20 anni quando nel 1972 arrivò a Pietrasanta. Si era innamorata dell’arte ai tempi in cui viveva a Roma. "E’ una passione trasmessa dalla mia famiglia: sbavavo di fronte a Michelangelo – racconta – e così frequentai gli studi di alcuni scultori. Fu una folgorazione e decisi di tentare anch’io. Tramite conoscenze seppi che Pietrasanta era l’unico posto in cui imparare a scolpire il marmo". Giunta in città apprese i ferri del mestiere grazie agli insegnamenti di Ettore Mariani nel laboratorio dove lavorò anche Sem Ghelardini, accanto agli ex laboratori Luisi. Poi nel 1973 prese in affitto lo studio, all’epoca confinante con Franco Cervietti. "Qui ho realizzato tutte le mie opere – prosegue – e ospitato mostre: c’è un’intera esistenza racchiusa in queste mura. Ho trascorso 35 anni insieme al mio compagno, lo scultore Giulio Ciniglia, scomparso nel 2007, che ha portato il nome di Pietrasanta in tutto il mondo. Da qui sono passati nomi importanti come Moore, che era il piu scontroso del mondo, ospiti abituali come Fausto Maria Liberatore, Sandro Tagliolini, Claudio Capotondi, tutti trasferiti a Pietrasanta. E poi ancora il versiliese Rinaldo Bigi e pittori come Aligi Sassu e Gianni Dova, miei grandi amici. Questo ambiente si è impregnato di tanti artisti e tanti allievi, italiani e stranieri: la ’Royal Academy of Art’ di Londra li mandava pagando loro le spese".
Gattini ricorda che al suo arrivo in città c’erano tante attività, tra laboratori e botteghe, "fino ad autentici ’buchi’ – dice – in cui qualcuno lavorava con il compressore". Fotogrammi travolti dallo scorrere del tempo, come toccherà anche alla sua casa-studio: "Ha fatto parte della storia di Pietrasanta per quasi mezzo secolo. Ci sono affezionata, è un mondo che mi ha adottato e mi ha permesso di conoscere artisti, artigiani fino alle botteghe alimentari della zona. Ma sta per finire tutto perché l’immobile è in vendita come quelli accanto. Un mondo che presto non esisterà più: quando dovrò andarmene non ci sarà più un solo scultore testimone del passato. Prospettive? La situazione economica non è delle migliori e riprodurre una realtà come questa è impossibile: i grandi laboratori in cui vivere e lavorare non ci sono più".