FRANCESCO
Cronaca

Acqua pubblica e gli appetiti della politica

Polemiche su proposta società pubblica per gestire l'acqua a Lucca. Importante mantenere bene pubblico. Soldi non problema con volontà. Opposizione divisa su questione.

Meucci

La proposta di questa società pubblica ha sollevato un nugolo di polemiche. A guardare la questione in modo laico ci sarebbe solo da unire tutte le forze almeno per provarci. Primo perché l’acqua è un bene pubblico e tale dovrebbe restare. E’ opinione di molti e fu persino l’esito di un referendum popolare che in Italia quasi nessuna amministrazione – di destra e di sinistra – ha mai tradotto in realtà. Certo, con l’acqua pubblica e senza soci privati si fa più fatica a sfamare certi appetiti dei partiti... Si dice, poi, che per questa operazione servono dieci milioni per liquidare i privati. Ed è vero. Ma, aggiungiamo noi, i soldi non sono mai un problema se c’è la volontà di fare le cose. E questi sarebbero soldi davvero spesi bene, a differenza, ad esempio, di quelli che si vorrebbero spendere per il discutibile parcheggio interrato a porta Santa Maria. C’è poi un altro aspetto da rimarcare: una società pubblica solo lucchese metterebbe la città al riparo da quella operazione che in Toscana piace tanto ai partiti (anche qui di sinistra e di sinistra): la multi-utility. Una maxi società pubblico-privata (”borda”, si direbbe dalla mie parti) per gestire tutto, dall’acqua al gas e la luce. Aspetti che non sono sfuggiti a qualche esponente dell’opposizione, come Chiara Martini che lì per lì è apparsa possibilista sul percorso. Proprio lei che è parte integrante della storia di quella Lucca autonoma e indipendente, mosca bianca in una regione mono-pensiero (sull’acqua e non solo). Una posizione la sua che fa il paio con quella espressa da Serena Mammini sul piano operativo. L’ex assessora all’urbanistica non ha firmato il documento dell’opposizione e ha votato con la maggioranza in commissione, rivendicando la paternità dell’atto e la bontà del percorso; ma senza sentire il bisogno di cambiare casacca. Perché, come si diceva, in politica a volte serve essere un po’ più laici e non pensare solo agli appetiti.