
Fiocco avrà una doppia razione di crocchette. Più che meritata. Senza il suo fiuto tipico della razza, il Lagotto romagnolo, non sarebbe stato possibile per il suo padrone, l’altopascese Emanuele Vannelli, trovare un tartufo di 210 grammi che in questa stagione rappresenta un primato. Sì, perché c’è carenza del famoso tubero, tanto è vero che nei mercati specializzati viene spezzato e pesato in once, come l’oro. E con il metallo più prezioso ha in comune il valore. "Al momento il prezzo si aggira sui sette-ottomila euro al chilo – esordisce soddisfatto Vannelli, molto conosciuto nella cittadina del Tau dove anni fa è stato anche consigliere comunale – perché in questo periodo il prodotto è raro da scovare. La qualità è ok, ma la quantità scarseggia, così i prezzi si impennano. Cosa ne farò? Lo utilizzerò in piatti a tema per alcune cene con amici. Vado sempre da solo con il mio indispensabile amico a quattro zampe, perché è questione di zone tenute segrete. Nessun tartufaio rivela i posti dei ritrovamenti, come per i funghi".
Vannelli inoltre sfata un luogo comune. "In pochi sanno che ne abbiamo in discreta quantità fino alle Mura di Lucca ma soprattutto nel capannorese. Nella Piana è presente. La differenza? Il profumo. Se si estrae da terreno sabbioso, come in Lucchesia, è meno intenso di quello del bosco".
Massimo Stefanini