Il livornese Conforti in lizza per il David di Donatello

Cinema, nomination nella categoria del "miglior montaggio" di "Lo chiamavano Jeeg Robot" che in tutto ne raccoglie 16

Il livornese Federico Conforti

Il livornese Federico Conforti

Livorno, 29 marzo 2016 - Sedici nomination ai David di Donatello – gli «Oscar» italiani del cinema – sono davvero tante per un’opera prima: stiamo parlando di «Lo chiamavano Jeeg Robot», a metà tra il fantasy di strada e la rivisitazione moderna di un manga giapponese a tinte fosche. Una di queste nomination parla toscano, grazie al livornese Federico Conforti – oggi «di stanza» a Los Angeles, culla del cinema per eccellenza – che insieme ad Andrea Maguolo è nella cinquina del «miglior montaggio».  La premiazione si terrà il 18 aprile a Roma. Conforti svela subito un aneddoto sull’iconica locandina: «Quel titolo con i caratteri giapponesi è nato quasi per scherzo – racconta – Lo misi su per darci la carica durante il montaggio e poi è piaciuto così tanto durante le proiezioni di prova che è rimasto fino alla fine. Credo che la soddisfazione più grande per tutti noi sia stata l’accoglienza del pubblico. Sono davvero orgoglioso di aver contribuito al montaggio di un film che io per primo avrei voluto vedere al cinema. Le scene che mi hanno dato più soddisfazione? Il confronto fra i due protagonisti sotto la curva sud durante il derby Roma-Lazio e la strage di Scampia: mi sono divertito tantissimo con il regista Gabriele Mainetti (in corsa come miglior regista emergente, ndr) a mettere in piedi queste sequenze».   L’avventura di Conforti, appassionato di film d’azione e fumetti, inizia tanti anni fa ed è figlia di quella passione che non vuole arrendersi alla prima porta chiusa, né alla seconda o alla terza. «Prima una laurea triennale a Pisa in Cinema Musica e Teatro dove si viene infarciti di tante nozioni e si studia un mondo idilliaco che nella realtà dei fatti non esiste – racconta lanciando una stoccata al “sistema” – Poi una parentesi in un workshop per la New York Film Academy e, da pochi anni, il trasferimento a Los Angeles: un mondo completamente diverso dove si fanno molti sacrifici ma c’è un vero rispetto per il lavoro. Adesso il mio mestiere è quello di montatore freelance – spiega – Il mio ultimo lavoro è un film indipendente, Calico Skies».

Dal 21 aprile il film verrà ridistribuito a livello nazionale, forte proprio del grande successo di pubblico e delle 16 nomination ricevute. Claudio Santamaria canta la celebre canzone del manga giapponese