Obbligati a vincere Così sono venuti fuori tutti i limiti

A meno di miracoli improbabili dell’Empoli, finisce nel modo peggiore un’avventura esaltante, durata tre anni, che avrebbero potuto essere molto di più se ci fosse stata una società e magari anche uno stadio all’altezza, e che probabilmente non si rivivrà più per generazioni. Finisce perché era già finita prima a Genova e poi a Cremona e solo un miracolo con il Milan aveva fatto uscire dal coma irreversibile una situazione disperata. Finisce perché sono mancate la forza e il coraggio di dare la zampata decisiva a Lecce, in modo da poter fare ieri una partita di contenimento e ripartenza che avrebbe potuto fruttare il punto decisivo, invece siamo arrivati a un assurdo dentro o fuori in 90’ contro una squadra molto più forte di te che oltretutto si giocava ancora chances di Europa. Obbligati a fare la partita, sono venuti fuori i limiti strutturali di un gruppo che ha troppa poca qualità nella testa e nelle gambe per poter mettere sotto un avversario apparso anni luce più avanti. All’andata lo Spezia aveva vinto sfruttando le tantissime assenze e potendo fare la partita sui binari preferiti del contenimento e del contropiede. Ieri il contesto era opposto: se nessuno crea la superiorità è molto difficile aprire le difese forti; se lasci spazio a contropiedisti forti questi vanno a nozze e puntualmente è notte fonda. Sui motivi di questa stagione fallimentare comunque vada, ci siamo già spesi e non mancherà occasione di ribadirli, posto che lo Spezia è formalmente retrocesso al 99% ieri, ma le pietre tombali erano già state erette da tempo.

Mirco Giorgi

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