Lo Spezia era privo di troppe frecce per far male alla Roma

Uno Spezia privo di troppe frecce al suo arco cede alla Roma dopo una bella battaglia in un Picco quasi pieno. Gotti non rinuncia alle sue certezze e lascia Ampadu davanti alla difesa, con Hristov lanciato nel terzetto difensivo orfano di Kiwior. In avanti, in mancanza di Nzola, il tecnico opta per un tridente leggero ad aggredire a ritmi altissimi l’impostazione dei tre centrali giallorossi, con Agudelo vertice alto, Verde a destra e Gyasi a sinistra. Purtroppo la coperta di Gotti, già parecchio rabberciata, si accorcia ancora di più dopo pochi minuti per l’uscita di Holm, vittima anch’egli delle troppe fatiche ravvicinate. Finché il fiato regge, la pressione a tutto campo dello Spezia limita le offensive giallorosse e il taccuino rimane quasi privo di spunti. Ma verso la fine del primo tempo le maglie si fanno larghe, con la Roma che diventa sempre più insidiosa. Purtroppo, quando l’intervallo si stava approssimando, una velenosissima palla persa sulla trequarti difensiva innesca i giocolieri giallorossi e per El Shaarawy è fin troppo facile metterla dentro. Al rientro Gotti prova a rimescolare le carte e toglie giustamente Hristov e Verde, affaticato anche lui dalla Coppa, inserendo Maldini ed Esposito. L’ex spallino capisce subito a sue spese che in A la velocità di pensiero è doppia rispetto alla B: la sua palla persa innesca Abraham per il comodo raddoppio. A quel punto la partita era virtualmente finita, l’inserimento di Kovalenko non spostava per nulla gli equilibri. La Roma senza grande fatica porta via tre punti meritati, lo Spezia deve al più presto colmare le lacune di organico, possibilmente con gente pronta per una categoria che non perdona.

Mirco Giorgi