"Viaggio ovunque Non in Australia"

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Lo intercettiamo al telefono, fra i suoi lunghi viaggi intorno al mondo: "sono stato quasi ovunque, tranne che in Australia". Alessandro Errico, 37 anni, lericino, direttore di macchina – da un anno e mezzo ha conseguito l’abilitazione su navi con potenza pari o superiore a 3000 kw, massima qualifica- su imbarcazioni private. È uno dei giovani alfieri della tradizione marinara lericina, iscritto dallo scorso anno alla Società di Marittima di Mutuo Soccorso, esempio di determinazione e capacità di pianificazione del proprio futuro. "Questa è la carriera che volevo: sin da piccolo ho sempre fatto ragionamenti diversi dalla maggior parte dei miei coetanei e ho sempre ritenuto garantirmi un futuro migliore: questo ultimo titolo professionale mi garantisce la possibilità di poter scegliere. Spesso i miei coetanei faticano anche solo a trovare, non è cosa da poco". Alessandro spiega di aver optato per l’istituto nautico in modo naturale, da lericino. "Ma -precisa – bisogna essere portati a questo tipo di vita: ho sempre voluto andare via: non mi piace la routine e personalmente consiglierei nautico ed istituto tecnico industriale perché garantiscono diversi sbocchi, anche guardando al polo universitario della Spezia. Sono realtà mirate, che non per forza presuppongono una carriera in mare. Un ragazzo di Lerici viene da un posto di mare e 99 su 100 avrà la possibilità di fare qualcosa che ad esso si lega". In questo senso, valuta decisiva per lui anche la scelta del curriculum di studi di macchine. "Chi lo porta a compimento, può spaziare da varie tipologie di imbarcazione, ma anche nella cantieristica". Come vive il suo ruolo apicale a bordo? "La mia responsabilità è equivalente a quella del comandante: ti trovi a gestire il personale e a bordo hai un’adrenalina tale che non ti permette di star tranquillo al 100%; per me, la sicurezza viene prima di tutto: applico tutte le procedure per la salvaguardia della vita umana. Stare su una nave non è una passeggiata, insomma". E da lì tramanda la tradizione familiare. "Mio padre era in Marina, mio nonno e il mio bisnonno cambusieri sui mercantili e mio zio Lorenzo Muzio morì nell’affondamento dell’incrociatore Fiume: sono andato a vedere il monumento che onora lui e gli altri caduti, che celebra "quanti hanno dedicato la propria vita al mare"".

Chiara Tenca