REDAZIONE LA SPEZIA

"Via dell’Amore non esiste fuori dal contesto Parco"

L’ex senatore Grillo prende posizione contro il progetto del sindaco Pecunia

"Via dell’Amore non esiste fuori dal contesto Parco"

"Non so se la sindaca lo sappia, ma le Cinque Terre nella speciale classifica delle località più attrattive d’Italia elaborata dal ministero del Turismo si colloca al quarto posto dopo Roma, Venezia e Firenze. Le Cinque Terre, non Riomaggiore, che nessuno conosce o quasi. Questo, per dire quanto sia stonata l’idea di promuovere la Via dell’Amore fuori dal contesto del Parco nazionale". Luigi Grillo già senatore, amministratore e oggi produttore vinicolo a Monterosso, non usa perifrasi per bollare come fuori del tempo l’idea della sindaca di Riomaggiore Fabrizia Pecunia (nella foto) che in un’intervista alla Nazione ieri chiariva il senso della sua proposta, e cioè fare della Via dell’Amore un museo diffuso, affidandolo alla gestione del suo Comune, assieme a una robusta quota degli incassi derivanti dalla vendita di biglietti.

Grillo, rivendicando il suo ruolo di’co-fondatore’ del Parco oltre che depositario della memoria storica degli eventi che hanno poi portato alla nascita dell’ente, sostiene in sostanza che è stato proprio il Parco a salvare le Cinque Terre dall’aggressione edilizia che si sarebbe consumata se, come i sindaci di allora proponevano, si fosse dato corpo al progetto di prolungare il tracciato della Litoranea. "Ricordo bene quegli anni – racconta oggi Grillo – era il 1984 e allora ero assessore regionale in seno alla giunta Magnani, riuscimmo a inserire nella legge di Parco l’articolo che bloccava la costruzione e l’ampliamento degli edifici all’interno del perimetro delle 5 Terre. Di fatto le salvammo dalla cementificazione selvaggia".

"Il resto – prosegue Grillo – si fece nel ‘96 quando, in sinergia con il senatore Lorenzo Forcieri, ottenemmo di inserire l’allora parco regionale fra i nove parchi nazionali italiani. Tornare indietro, come vorrebbe Fabrizia Pecunia, significherebbe rinunciare a un modello vincente, reso tale dall’ex presidente Franco Bonanini. Ha ragione il sindaco di Monterosso nel dire che una simile scelta arrecherebbe un vulnus gravissimo a una realtà ormai consolidata. Con lui del resto concordano un po’ tutti, dagli amministratori, alle associazioni, ai produttori vinicoli come me".

Franco Antola