
E’ stato il regalo del Comune della Spezia alla nave scuola Vespucci nel giorno del suo 90° compleanno: mentre sulla pagina Facebook della Marina Militare ieri si rincorrevano gli auguri alla regina del mare, la giunta presieduta dal sindaco Pierluigi Peracchini deliberava l’intitolazione di un largo - a lato di via Fieschi, nei pressi della porta Ospedale dell’Arsenale - alla memoria di Guido Coccia, mitico nocchiere e poi nostromo del veliero sul quale fu imbarcato per 37 anni: un record assoluto nell’ambito della forza armata. Originario di Nocera Umbra ma spezzino di adozione, Guido, intimamente legato al nostro territorio dove ha vissuto fino all’ultimo ‘approdo’, nel 1999, quando aveva 71 anni; qui vivono la moglie e la figlia e ne sarà perpetrata la memoria di marinaio, formatore di centinaia di allievi ufficiali e ‘re’ dei ‘principi’ della nave scuola: i nocchieri. Per dirla in termini musicali, Guido Coccia era un direttore d’orchestra: ogni gesto dei marinai-acrobati, dal ponte ai pennoni, era conseguenza dei suoi ordini, emessi col fischietto, secondo i dettami dello ‘spartito’ che era ed è il vocabolario acustico della comunicazione per le manovre delle vele. Guido aveva assunto le funzioni di nostromo nel 1972 e le ha mantenute per 9 anni, a coronamento del periodo di imbarco che era iniziato nel 1946 sulla nave-gemella del Vespucci, il Cristoforo Colombo che, nel 1947, divenne preda di guerra della Russia. C’era lui, ad esempio, al fianco del comandante Agostino Straulino a fare da tramite degli ordini ai nocchieri nella memorabile uscita a vele spiegate dall’Arsenale di Taranto nel 1965.
Mentre il mondo velico spezzino auspica che possa succedere qualcosa di simile nel Golfo in futuro (la ‘cartolina’ farebbe storia...), il Comune – compulsato dalla figlia del nostromo, Maria Teresa – rilancia sul piano dei rapporti virtuosi con la Marina cogliendo in Coccia l’emblema dell’arte marinaresca da perpetrare e non solo di quella: lui, infatti, era anche un appassionato documentarista; i suoi hobby preferiti erano la fotografia, la cinematografia,il modellismo navale: la cabina personale, a prua del Vespucci, era il suo laboratorio artistico. Il luogo da impreziosire con la targa sulla quale sarà impresso il nome del nostromo è evocativo: ad una manciata di metri dall’Arsenale, da uno dei moli d’ormeggio del Vespucci e anche dall’Università spezzina che forgia i cervelli della nautica. Marinai e studenti avranno modo di ispirarsi e di cogliere la centralità del Vespucci nella storia e nei destini della città.
Corrado Ricci