MATTEO MARCELLO
Cronaca

Variante Aurelia al bivio. I lavori fermi da mesi

Stralcio A, arrivati gli stipendi di marzo e aprile, rebus per quelli di maggio. Alcuni operai si licenziano per approdare alle aziende operanti negli altri lotti.

La protesta dei dipendenti di Ici. Costruzioni, organizzata lo scorso maggio

La protesta dei dipendenti di Ici. Costruzioni, organizzata lo scorso maggio

Gli stipendi di marzo e aprile sono stati pagati ai lavoratori direttamente da Anas, che si è sostituita alla società appaltatrice, ma le incognite sullo stralcio A del terzo lotto della Variante Aurelia restano, e bisognerà aspettare appena pochi giorni per capire se la situazione è ancora grave: per il 15 giugno è infatti atteso da parte di Ici Costruzioni il pagamento della mensilità relativa a maggio. Se, come presumono i sindacati, l’azienda non riuscirà ancora una volta a saldare i conti con i propri operai, dovrà essere nuovamente attivata la procedura burocratica con Anas, con evidente allungamento dei tempi e ulteriori disagi per i lavoratori. Alcuni dei quali, peraltro, nelle ultime settimane proprio a seguito della crisi che sta caratterizzando l’azienda e il cantiere, hanno lasciato l’impresa per approdare nelle altre due aziende appaltatrici degli stralci B e C della Variante Aurelia, gli unici che effettivamente stanno procedendo, seppur con qualche piccolo rallentamento rispetto al cronoprogramma iniziale. Insomma, una situazione non ottimale per l’infrastruttura, in attesa che si sciolgano le riserve sulla procedura avviata dalla Ici Costruzioni presso il tribunale di Roma per la ricomposizione del debito.

All’orizzonte, la possibilità di una ’cessione’ ramo d’azienda, ovvero lo stesso iter che l’azienda ha avviato nell’aprile scorso per cedere le opere avviate in Calabria: portafoglio lavori, attrezzature e i mezzi d’opera ad esso afferenti, nonchè i rapporti contrattuali in corso con i subfornitori e gli eventuali crediti. Una soluzione che sarebbe pressochè indolore dal punto di vista operativo, perchè comporterebbe semplicemente un subentro nel cantiere in luogo di una nuova gara d’appalto, che andrebbe a comportare tempi decisamente più lunghi per il completamento del lotto. Un’eventualità peraltro già ’approvata’ dalle istituzioni così come dai sindacati di categoria, con questi ultimi che hanno già chiesto che, nel caso in cui dovesse subentrare un’altra azienda, sia garantita la clausola di salvaguardia occupazionale per garantire un futuro certo e sicuro ai lavoratori attualmente impiegati nel cantiere spezzino di un’opera attesa da decenni ma che ha subito svariate battute d’arresto nella sua realizzazione.

Matteo Marcello