REDAZIONE LA SPEZIA

Fanno pipì sul pianerottolo del condominio

L’urlo di rabbia di via Napoli. Prosegue il viaggio dei nostri cronisti a domicilio

Prese di mira le piante di un condominio

La Spezia, 3 ottobre 2016  - «NON POTEVO credere ai miei occhi. Anni e anni e di battaglie in fabbrica per far ottenere i diritti alle donne e, di fronte ad un simile gesto, sono rimasta paralizzata. Non ho avuto la forza di ribellarmi e ho lasciato parlare la mia rassegnazione». Usa queste parole Claudia Lombardo per descrivere ai cronisti de La Nazione quello che è successo al pianerettolo del suo piano all’interno di un edificio popolare di via Napoli. «Proprio di fronte a questo vaso, nella mia pianta, ho beccato due ragazzi mentre stavano facendo la pipì – ci dice mentre ci invita a salire nel suo appartamento –. Ma vi meravigliate? In via Piandarana vediamo ogni giorno persone che fanno bisogni a cielo aperto». Sgomento, sfiducia e paura. Le donne del palazzo, gestito dall’Arpe, hanno gettato i remi in barca.

«QUESTO CORTILE – ci invitano a seguirle nel cortile Odeon – era il più bello di Spezia. Noi donne curavamo l’abete, la magnolia e i noccioli, li annaffiavamo perché questo cortile era il nostro orgoglio. Ora sa cosa vediamo? Vediamo una città irriconoscibile. Risse, coltelli alla mano, spaccio e ubriachi hanno il sopravvento».

IL MUGUGNO è appena cominciato. Via Venezia, via Roma, via Napoli e tutti i vicoli adiacenti a Piazza Brin assistono quotidianamente al decadimento di un quartiere. Quel quartiere che ha dato i natali a generazioni di spezzini che alzano la voce di fronte a simili episodi. «Non è una questione di razza – spiega Massimo Baldino – bensì di impossibile integrazione. Non puoi far notare questi aspetti altrimenti veniamo aggrediti. Non è normale aver paura quando porto il cane la sera a passeggio, anziani, bambini e famiglie hanno il diritto di sentirsi tutelati». La fontana più bella della città è abbandonata al suo destino e ad alcuni piccioni che l’hanno occupata; pezzi e resti di giacche e cappotti sono abbandonati sulle panchine e sono stati, alcune ore prima, il cuscino di qualche senza tetto che vi ha trovato rifugio. Nessuna presenza di famiglie, anziani o bambini. Nessuno si avvicina alla famosa chiesa e di negozi storici neanche l’ombra. «Per forza – parlottano degli amici a passeggio – tutti i commercianti hanno calato le saracinesche, un gesto forzato ma necessario».

«TEMPO FA in quella fontana ho visto una ragazza in slip fare il bagno – aggiunge Elio Vallarino –. Ma non dobbiamo farci meraviglia perché siamo ad una situazione di non ritorno. A gran voce chiediamo di non esser lasciati soli, abbiamo bisogno di maggiori controlli, tutele e provvedimenti significativi che ci facciano sentire al sicuro». Gli fa eco Maria Teresa Carbonetti che conclude: «Siamo al decadimento totale, siamo di fronte ad un quartiere che ha perso la sua storia e la sua gente: sono rimasti solo gli anziani perché, ovviamente, i giovani scappano via. Piange il cuore a vedere i nostri luoghi ridotti così e ancora di più piange nel vedere che siamo abbandonati alla nostra sorte».

Francesca Franceschi